CATANIA – “Nuovi antibiotici in arrivo, in particolare abbiamo rivolto la nostra attenzione ad uno che si presta al ruolo di molecola attiva sulle infezioni da gram negativi difficili e multiresistenti nelle infezioni delle vie urinarie e intraddominali”.

Così il prof. Bruno Cacopardo, direttore unità operativa Malattie Infettive Ospedale Garibaldi Catania e responsabile scientifico del congresso, dedicato ai progressi della terapia antiinfettiva, che si è svolto all’Hotel Nettuno di Catania.

Chirurghi, biologi e farmacisti ospedalieri si sono confrontati sugli aspetti di gestione terapeutica delle infezioni complicate da ‘gram’ negativi multiresistenti in base agli aspetti microbiologici, ai protocolli di terapia empirica e all’utilizzo di nuovi farmaci.

“E’ stato un congresso estremamente interessante – spiega il prof. Bruno Cacopardo – che ha aperto dagli importanti squarci di comprensione di situazioni che per le malattie infettive sono di assoluto rilievo. Abbiamo esplorato il mondo delle infezioni complicate da germi multiresistenti, sia nelle vie urinarie sia le endoaddominali, sia quelle del sistema nervoso centrale, quindi encefalo e meningi. Abbiamo visto, in questo senso, che esistono più presidi a nostra disposizione per cercare di fronteggiare questi eventi avversi”.

Durante i lavori si è parlato di Epatite C e di come si sia in possesso di farmaci che consentono in oltre il 90% dei casi di eliminare l’infezione. Farmaci che, però, secondo gli specialisti presenti in aula, vanno utilizzati con estrema cautela. Altro argomento di scottante attualità trattato durante i lavori, la gestione della Sepsi.

“Abbiamo esplorato – continua Cacopardo – insieme ai colleghi rianimatori il mondo complesso della sepsi. I numeri dicono che in Italia riscontriamo oltre 70 mila casi: numeri importanti gravati da tassi di mortalità spaventosamente alti. I rianimatori hanno descritto l’importante ruolo delle immunoglobuline nel trattamento e nella gestione dell’evento settico”.

Non è mancata una sezione del congresso dedicata alla cura e alla gestione dell’Hiv: una questione a cui, rispetto a quale anno fa, non viene dato particolare risalto mediatico, ma che continua a produrre numeri da non sottovalutare.

“Se ne parla di meno – spiega la dott.ssa Antonina Franco dirigente medico U.O. Malattie infettive Ospedale Umberto I Siracusa – rispetto agli altri anni perché con la terapia siamo riusciti a bloccare la progressione del virus e quindi siamo riusciti ad azzerare la carica virale nel paziente che, dunque, diventa un paziente normale con una malattia cronica che può curare anche solo con una pillola al giorno. I casi, però, sono sempre in costante aumento: si registrano in Sicilia intorno a 250 casi l’anno e in Italia circa 4000 nuovi casi”.

Tra gli argomenti di maggiore rilievo impossibile non citare le meningiti: in questo caso inevitabile puntare il dito sull’annosa questione delle vaccinazioni.

“Quella contro le meningiti – spiega il prof. Carlo Tascini, dirigente medico U.O. Malattie infettive A.O.U.P Napoli – è una battaglia che continua perché le meningiti, specialmente quelle batteriche e quelle da meningococco, sono ancora, purtroppo, abbastanza diffuse e purtroppo hanno una mortalità ancora elevata che si attesta intorno al 10- 20%. Noi dobbiamo mettere in atto delle azioni per contrastare queste malattie molto gravi: per prima cosa la vaccinazione, perché esistono i vaccini per questo tipo di patologia. In questo senso è fondamentale seguire i programmi vaccinali. Poi bisogna mettere in campo dei protocolli di diagnosi e di terapia che siano rapidi, tempestivi ed efficaci :questo però c’è bisogno di farlo in collaborazione con tutte le strutture che ricevono questo tipo di pazienti, ovvero i pronto soccorso e terapie intensive di tutti gli ospedali”.

Tra le numerose infezioni trattate duranti il congresso, un focus è stato dedicato a quelle delle vie urinarie. “La gestione delle infezioni complicate delle vie urinarie – spiega Carmelo Iacobello – direttore U.O. Malattie infettive Ospedale Cannizzaro Catania – è piuttosto complessa perché intanto bisogna fare uno studio complessivo del paziente e delle condizioni di base. E’ chiaro che i pazienti anziani sono più esposti a questo tipo di infezioni e d’altra parte questo non vale solo per le infezioni complicate urinarie, ma per tutte le infezioni complesse. La prevenzione è piuttosto difficile da realizzare perché le infezioni delle vie urinarie hanno una genesi spesso collegata all’anatomia del soggetto e dunque le donne, che hanno un’uretra breve, hanno una maggiore probabilità di sviluppare infezioni almeno fino ad una certa età. Nell’avanzamento degli anni, poi, anche l’uomo diventa più suscettibile a questo tipo di infezione. Possiamo dire che la prevenzione si basa sulla gestione delle vie urogenitali, la scoperta e valutazioni di malformazioni, la presenza di calcoli che possono favorire l’infezione. Ma, soprattutto, quello che più ci preoccupa in questa fase storica che stiamo vivendo è la presenza di germi multiresistenti che

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