1989. Piero Ristagno e Monica Felloni, uniti nella vita e nelle passioni, dopo un lungo girovagare negli ambienti artistici e culturali di sperimentazione e ricerca degli anni ottanta, in Italia ed oltre i confini, scelgono Catania.

È la Terra da arare, dove piantare le radici. Tempo di semina. La città siciliana è figlia della lava dell’Etna, amante dello Jonio che la bagna. Qui, dove ancora i massi scagliati da Polifemo sintetizzano secoli di storia e cultura, una luce bianca indica loro la via. È quella emanata dalla lampada a neon che illumina lo studio del notaio al quale si rivolgono. Così nasce l’Associazione Culturale Neon. Il nome è già teatro performativo, è già arte, è già quel che sarà. L’ispirazione è lo sguardo attirato dalla lampada, è un lampo, è la porta spalancata da un’improvvisa corrente di Scirocco.

Piero e Monica fanno un patto: lavorare 10 anni per conquistare 300 spettatori, 30 l’anno. 300 persone, 300 esseri umani, 300 parole date, 300 parole mantenute. Perché la parola è tutto. La parola data, la parola pensata, scritta, detta, non detta, ma comunque espressa, che sia sguardo, cenno o spasmo non importa. Dalla parola sgorga quel che poi si riversa sulla scena. La parola conosciuta, le parole dei testi originali.

Tutto modellato per farne una voce chiara a tutti, l’elogio della comunicazione, la sacralità della comunicazione, che è degli umani, che ci rende umani. Perché Piero e Monica ogni parola hanno guardato con incanto e detto più o meno a bassa voce, ma mai a malincuore: non si può, forse non si deve, convincere nessuno della grandezza di vivere. Sono quasi tre, le decadi trascorse. Il terreno concede i frutti sperati. NeonTeatro cresce, diventa realtà consolidata, marchio di unicità.

Diversi i riconoscimenti, tra i quali, nel novembre del 2013, il Premio “Teatri delle diversità” condiviso con l’Associazione Nazionale Critici di Teatro. Al Salone internazionale del Libro di Torino 2014 è stato presentato il volume “NèonTeatro. La grandezza di vivere”. Il libro, interamente dedicato alla attività di Neon, è la prima uscita della Collana “Sentiero di(f)forme” (Edizioni Nuove Catarsi abbinata alla Rivista Europea “Catarsi-Teatri delle diversità”).

Dal 1989 ad oggi l’associazione ha curato oltre cento laboratori di teatro, di espressione corporea, di scrittura poetica, aperti a chiunque voglia imparare, condividere, creare. 30 produzioni dall’esordio con Cori curreri fino ai recenti successi di Magnificat, Ciatu, Invasioni, Boxeurs. Tutte le forme espressive vengono sondate, plasmate, miscelate: danza, canto, recitazione, arti visive, mimica. Il corpo è lirica incarnata, segno responsabile. Responsabile di quel che si esprime. Il dramma convive con la commedia, la tragedia sublimata nell’ironia.

La poetica, irrorata dalle frequentazioni con Calvino, Roversi, Fortini, Pasolini, Saramago, Whiltman, Tabucchi, Shakespeare, alimenta le opere della compagnia che fa della eterogeneità un corpo unico in movimento.

Gli attori di NeonTeatro è come se ogni volta annunciassero di essere qui. Come una canzone d’amore.

Come segni che intrecciano le cose della realtà per scoprire, modificare, rivelare il mistero. Che non c’è alcun mistero, se non l’accadere del fatto.

Ogni cosa, tutte le cose sono già gravide di tutte le forme che appariranno.

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