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I carabinieri del Ros, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura di Messina, hanno arrestato 8 persone per associazione mafiosa, traffico di influenze illecite, estorsione e turbata libertà degli incanti, aggravati dall’avere agevolato il gruppo Romeo-Santapaola. Al centro dell’inchiesta Beta 2 (proseguimento dell’operazione Beta dello scorso anno che aveva permesso di scoprire una cellula di Cosa Nostra catanese, diretta emanazione del clan Santapaola, a Messina) la collaborazione del pentito Biagio Grasso che ha ricostruito l’organizzazione del clan e gli interessi anche nel settore della gestione dei farmaci tra la Sicilia e la Calabria.

Tra i progetti del gruppo, la creazione di un hub per la distribuzione di farmaci nell’hinterland di Milazzo che avrebbe aumentato esponenzialmente le potenzialità di intervento nello specifico settore. Addirittura, in una circostanza, confermata dall’interessato, ad un farmacista in difficoltà per debiti sarebbe stato “consigliato” di “farsi prestare i soldi dalla malavita”. È emerso che il gruppo aveva la capacità di incidere anche sulle lezioni amministrative in alcune zone della città di Messina.

Significativa l’affermazione di Francesco Romeo, captata nel 2015 dalle intercettazioni, che, dialogando col figlio Vincenzo, commentava le vicende elettorali di uno dei destinatari dell’odierna misura cautelare che, all’epoca, si era candidato alle elezioni amministrative: “Se non era per noi, i voti dove li prendeva nella funcia… (nel muso, ndr). Tutti me li hanno dati i voti… “.

Il gruppo, inoltre, aveva promesso 20.000 euro a titolo di acconto da corrispondere ad un funzionario della società Invitalia per ottenere l’inserimento di un progetto contro la ludopatia in una graduatoria che avrebbe dovuto consentire di ricevere un finanziamento di circa 800 mila euro, di cui il 40%-50% a fondo perduto.

Contestata anche la turbativa d’asta commessa da un dipendente dell’ufficio urbanistica del comune di Messina, nell’interesse del gruppo, alterando la gara d’acquisto di alloggi da assegnare ad abitanti delle novantacinque baracche della zona di Messina denominata “Fondo Fucile”. Il Gip di Messina, accogliendo la richiesta del procuratore Maurizio De Lucia, ha disposto anche il sequestro preventivo della Bet srl, società con sede a Catania, attiva nel settore dei giochi e delle scommesse.

Gli arrestati sono: Antonio Lipari, 41 anni, Salvatore Lipari, 44, Giuseppe La Scala, 51, Giovanni Marano, 48, Michele Spina, 48, Ivan Soraci, 43, Salvatore Parlato, 62 2 Maurizio Romeo, 38.

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