Le vittime sono già un ricordo. Le due famiglie sterminate dalla furia del fiume esondato a Casteldaccia sono già sullo sfondo. Le salme delle nove vittime sono state trasferite nella parrocchia Madonna di Lourdes in piazza Ingastone, a Palermo. Nella chiesa è allestita la camera ardente. I funerali saranno domani mattina, alle 11, nella Cattedrale di Palermo.

I funerali ancora non sono stati celebrati, ma è già tutto accartocciato nel rogo della faida politica.

La tragedia in cui hanno perso la vita una bambina di appena 1 anno, un bambino di 3 anni e un adolescente di 15 anni è già stata scalzata dalla zuffa, dalle stilettate, dagli indici puntati contro. Il dolore appartiene a chi lo subisce. Quel che importa è accusare, ingozzare il consenso, evitare di essere sporcati dal fango che ha ucciso, che ha devastato campi, vite, lavoro, sogni, speranze, diritti, quotidianità.

Così ecco il vicepremier Luigi Di Maio, lo stesso che ai siciliani ha promesso uno stato di emergenza che ancora, però, non è stato ufficialmente dichiarato, cogliere l’occasione per attaccare durante un intervento a Radio Radicale “Le amministrazioni di centrosinistra e centrodestra che hanno governato la Sicilia cosa hanno fatto e dove erano negli ultimi 10 anni? – si è chiesto il leader pentastellato – Mi fa ridere che adesso hanno scoperto l’abusivismo. Consiglierei a questi avvoltoi di aggirarsi sulle carcasse dei loro partiti piuttosto che sui corpi dei siciliani che sono morti e vanno rispettati”. “Adesso hanno scoperto l’abusivismo edilizio – ha ribadito Di Maio – dopo che hanno governato per 20 anni ed hanno trasformato i consorzi di bonifica in carrozzoni politici. Mi fanno ridere che adesso sostengono che quella casa andava abbattuta. Quella villetta andava abbattuta 10 anni fa”.

Parole probabilmente stimolate anche dalle dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera dal presidente delle Regione Siciliana Nello Musumeci, che nella scorsa battaglia elettorale ha avuto la meglio sul candidato grillino grazie ad una coalizione di centrodestra. Una sconfitta mai digerita dai Cinquestelle e che affiora ogni volta che si presenta l’occasione. Così come è avvenuto ieri, quando, durante la visita del premier Conte, espressione dei grillini, Musumeci ha scoperto che “Il cerimoniale del presidente Conte non mi avrebbe consentito di accedere al Policlinico, dove avrei voluto accogliere il premier e, assieme a lui, rendere l’omaggio alle vittime di questa notte e portare ai familiari il cordoglio della comunità siciliana. Il profondo rispetto per i morti di questa sciagura mi ha indotto ad assumere una condotta improntata al senso di responsabilità: ho preferito, senza plateali polemiche, fare rientro alla Presidenza della Regione per presiedere la seduta dalla giunta e decidere quali ulteriori misure debbano essere adottate a partire da domani, dopo quelle deliberate e realizzate nei giorni scorsi. Questa inaudita vicenda, che non ha precedenti nella storia della Regione, allarma e suscita indignazione. Non cerco il rispetto per la mia persona, ma lo pretendo per l’istituzione che rappresento e per il popolo siciliano. Questo vale per tutte le istituzioni, anche per il presidente del Consiglio“.

E dalle colonne del Corsera il Governatore stamattina ha dichiarato “Sono decenni che gli alvei dei fiumi dei torrenti non vengono puliti. Chi doveva farlo non lo ha fatto con l’aggravante di avere tollerato che proprio nei pressi o sugli alvei di quei fiumi i privati costruissero le case di villeggiatura”. Secondo Musumeci la responsabilità è “Di tutte le istituzioni: dalla Regione alle Province, ai Comuni. Tutti, nessuno escluso. Sapete che la Sicilia era l’unica regione a non avere istituito l’autorità di bacino prevista da una legge del 1989 e riproposta da una legge del 2006? Un delitto. Dopo 29 anni il mio governo l’ha costituita”. “Non ci limiteremo a disporre gli interventi di risanamento mancati per decenni – ha assicurato- ma ci impegneremo ad individuare anche le responsabilità. La ricreazione è finita”. Ed ha annunciato che “Invierò una nota ai 390 sindaci della Sicilia per diffidarli dal consentire l’uso anche temporaneo di edifici realizzati nei pressi degli alvei di fiumi e a ridosso delle coste”.

Sul via libera al condono di Ischia che sta mettendo in imbarazzo Di Maio, uno dei firmatari nonostante i Cinque Stelle abbiano fatto della lotta ai condoni uno dei loro cavalli di battaglia, Musumeci non ha voluto darci dentro così come stanno facendo altri oppositori del leader pentatellato: “In linea generale sono sempre contrario ai condoni”.

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