Gli indici di povertà assoluta e relativa in Sicilia hanno raggiunto percentuali preoccupanti e il conseguente sovraindebitamento delle famiglie siciliane è nettamente cresciuto negli ultimi anni. È quanto è emerso nel corso di un convegno organizzato ad Enna dalla sezione territoriale di Federconsumatori.

La situazione povertà-indebitamento dei siciliani è sempre più grave: nel 2017 i poveri in Sicilia sono aumentati del 6% rispetto all’anno precedente (dati Istat) e la povertà assoluta nell’isola riguarda il 12% delle famiglie.

Le famiglie che vivono in condizioni di povertà relativa sono il 29% (erano il 22,8% nel 2016), in pratica il doppio della media nazionale (che si ferma al 12,3%) e il 5,3% in più rispetto alla media del Mezzogiorno (24,7%).

L’Isola è al secondo posto della graduatoria nazionale per numero di nuclei familiari indigenti, peggio solo la Calabria. Seguono Campania (24,4%), Puglia (21,6%), Basilicata (21,8) e Sardegna (17,3). I percettori di REI (Reddito di Inclusione) in Sicilia sono 271.270, mentre quelli del SIA (Sostegno Inclusione Attiva) sono 9.474 per un totale di 280.744 persone ovvero 89.970 famiglie.

Lo Svimez in un suo recente studio sul potenziale delle persone a cui potrebbe essere erogato il “reddito di cittadinanza” in Sicilia, ha preso a riferimento l’ISEE familiare fino a 9 mila euro e ha calcolato che in Sicilia rientrano in questa platea 342.000 famiglie.

A questi dati sulla povertà fanno da contraltare quelli sull’indebitamento: le famiglie siciliane sono ai primi posti per indebitamento bancario e per credito al consumo; nel periodo 2010 – 2016 l’ammontare delle sofferenze bancarie è salito di oltre 6,5 miliardi di euro, passando da 3,8 miliardi a 10,4 miliardi di euro. Nella sola Provincia di Enna l’aumento delle sofferenze nello stesso periodo è stato pari al 95%, passando da 111 milioni di euro ad oltre 217 milioni di euro.

A questi dati si deve aggiungere che in Sicilia ben 25 Comuni hanno dichiarato il dissesto finanziario (al 19 dicembre 2017) e altri 34 sono in pre-dissesto. Il fallimento sostanziale di questi 59 Comuni siciliani non è dovuto solo a spese ‘allegre’, ma anche all’impossibilità di andare avanti a causa dei ripetuti tagli ai finanziamenti provenienti dalla Regione Siciliana.

Tutto ciò comporterà tasse elevate alle aliquote massime, servizi ridotti all’osso, ritardi nel pagamento degli stipendi del personale e centinaia di migliaia di euro di debiti nei confronti di altri enti ed imprese fornitrici di beni e servizi. Quindi, tutto ciò aumenterà ulteriormente la povertà dei cittadini siciliani.

“La dimensione del sovraindebitamento del cittadino – spiega la presidente Federconsumatori Enna Enza Maria Bartoli – è in larga parte sommersa e si diffonde in silenzio, spesso emergendo all’attenzione pubblica solo dinanzi a un fatto di cronaca, a un’inchiesta giornalistica. Punto focale della ricerca è portare alla luce le criticità e le lacune degli strumenti attualmente esistenti di prevenzione del sovraindebitamento quale condizione che rischia di agevolare il ricorso del cittadino al mercato usuraio”.

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