“Non volevo uccidere mio figlio, non ho mai pensato di ucciderlo” perché “io lo amavo” queste le dichiarazioni della giovane donna di 26 anni di Catania accusata di omicidio aggravato del figlioletto di appena 3 mesi. “Volevo gettarlo sul letto, non ucciderlo” queste le prime dichiarazioni della donna che non collimano con gli incartamenti della procura che parlano, dopo l’audizione dei parenti e della suddetta, di caduta non accidentale. Documenti che bensì accerterebbero che la madre del piccolino l’ha scaraventato a terra con forza.
Sarebbe stata in preda ad un “oscuramento della mente”, questa la sua giustificazione all’accaduto. Dato quest’ultimo che potrebbe corrispondere al vero: “Quello del parto è un momento unico e indimenticabile per ogni donna ma bisogna vigilare le giovani mamme nelle fasi successive all’evento” Sono queste le dichiarazioni della psicologa e psicoterapeuta Paola Vinciguerra, presidente dell’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico, intervenuta in merito ai recenti avvenimenti di Catania.
Il post parto è un momento transitorio molto delicato per la mamma che finalmente vede il frutto che ha maturato in grembo. Il passaggio dalla relazione con il “bambino immaginario” alla relazione con il bambino reale non è così semplice o immediato psicologicamente ed emotivamente.
A darne comprava sono i dati che testimoniano che sino all’80% delle neomamme soffre di una lieve forma di tristezza nota come baby blues. Di queste solo il 10-15% va incontro a una forma più grave la vera e propria depressione.
Il baby Blues colpisce pochi giorni dopo la nascita del bambino e dura al massimo una settimana. Umore labile, tendenza al pianto, tristezza, ansia e difficoltà di concentrazione sono i sintomi che lo accompagnano. L’insorgenza di questa malinconia è un dato quasi fisiologico direttamente conseguente al drastico cambiamento ormonale, che vede il crollo degli estrogeni e progesterone, nelle ore immediatamente successive al parto.
|