Giovanissime, piene di sogni e aspettative ma uccise brutalmente da chi diceva di amarle. Vera  Squatrito e Giovanna Zizzo rispettivamente madri di Giordana di Stefano e Laura Russo, giovani catanesi vittime di femminicidio, sono stare ricevute a Roma dal ministro della Giustizia  Alfonso Bonafede. Le madri  unite dal dolore della perdita delle figlie hanno chiesto udienza per chiedere supporto a tutte le famiglie costrette a convivere con questo dolore.

La storia dell’uxoricidio di Giordana di Stefano si è conclusa con “si, sono stato io”. Dichiarazioni di ammissione di colpa fatte dall’ex compagno della giovane donna  che preso in fuga alla stazione di Milano ha poi ammesso il reato. Era il 7 Ottobre 2015 quando Giordana è stata da lui brutalmente uccisa, a Nicolosi, straziata da profonde ferite d’arma da taglio alla gola, al torace e all’addome. La ventenne mamma di una piccola di allora 4 anni, era una ballerina e aveva già denunciato l’ex compagno  per stalking il 3 ottobre del 2013. Denuncia che non andava giù al convivente accecato dalla gelosia verso la donna.

Apparentemente sarebbe lo stesso il  movente,  la gelosia, ad aver spinto anche il 47enne di S. Giovanni la Punta R. Russo,  reo di aver ucciso una delle sue figlie e ferito l’altra. Era l’agosto 2014 quando in seguito ad una crisi di coppia, dopo la scoperta da parte delle figlie di un tradimento del padre verso la madre,  l’uomo, il papà, durante la notte ha colpito nel sonno, con due coltelli da cucina, le figlie uccidendo la minore, appena dodicenne, Laura Russo e ferendo gravemente la maggiore,quattordicenne, Marika.

Storie di dolore, rabbia accecante e violenza efferata, racconti dell’orrore dove gli attori-omicidi sono proprio coloro che dovrebbero proteggerci: sono i compagni e i padri.

Ad accompagnare le due donne all’incontro di via Arenula la deputata catanese del M5S Simona Suriano. A chiedere udienza sarebbe stata Vera Squatrito,  madre di Giordana di Stefano che  insieme con l’amica Giovanna Zizzo ha chiesto di poter  esporre di persona le questioni di ordine pratico e psicologico con cui si trovano a dover fare i conti le famiglie delle donne vittime di violenza.

“Chi perde una persona cara per mano di un uomo violento è costretto a scontare una sorta di condanna perenne”, hanno spiegato le due mamme. “Noi familiari – hanno aggiunto – siamo condannati una sorta di ergastolo del dolore e per questo motivo chiediamo che l’assistenza psicologica ed economica per chi ha perso in modo traumatico un congiunto sia garantita per legge e in modo certo, specie per gli orfani delle donne vittime di violenza”, hanno dettole giovani mamme continuando “Altrettanto certa deve essere la pena per chi si macchia di questo reato”.

Il guardasigilli Bonafede si dice pronto a impegnarsi per assolvere alle richieste delle madri, provvedendo a snellire e facilitare l’accesso a fondi indispensabili per i familiari sopravvissuti e gli orfani di femminicidio.

“Il ddl ‘codice rosso’ per dare una corsia preferenziale ai casi di denuncia per stalking e violenza domestica – ha sottolineato la Suriano – è un passo importante, adesso occorre lavorare sull’accessibilità ai fondi per le vittime di violenza domestica.”

 

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