Le lancette segnano le 3.20 e la terra trema nel catanese. Una forte scossa di terremoto viene avvertita dalla popolazione. Quel telefono della sala operativa del 112 inizia a squillare incessantemente.

Sono 190 le richieste di aiuto registrate. Si mette in moto la macchina dei soccorsi. C’è chi è in strada con un attacco di panico in corso, chi si è ferito. Centocinquanta segnalazioni vengono smistate ai vigili del fuoco per crolli o lesioni mentre le altre quaranta al settore di intervento medico.

La forte scossa sismica è stata di magnitudo 4.8 a nord di Catania. Secondo i rilevamenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il terremoto ha avuto ipocentro a solo 1 km di profondità ed epicentro vicino ai comuni di Viagrande e Trecastagni.

Tanta la paura. La gente si riversa in strada, molte sono le famiglie con bambini piccoli. Nella zona di Zafferana Etnea, a Fleri, i crolli interessano la chiesa del paese e alcune vecchie abitazioni in massi lavici. Qui si registrano due feriti con contusioni ed escoriazioni. “Siamo dei miracolati – affermano – abbiamo visto le parenti di casa crollarci addosso”. E sempre a Zafferana Etnea un uomo di 80 anni è stato estratto dalle macerie nella sua abitazione e portato al pronto soccorso per alcune contusioni alla testa. Sono in tutto dieci i feriti lievi.

In diverse abitazioni dell’acese i suppellettili cadono dalle credenze, i quadri dalle pareti. La terra trema… numerose famiglie con bambini decidono di trascorrere la notte in auto.

Il terremoto viene avvertito fino a Taormina ma anche nel siracusano e ragusano. Nelle ultime ore l’Etna ha fatto registrare un’ulteriore impennata dei valori dei tremori dei suoi condotti magmatici interni: il segnale chiaro della presenza di energia e magma che sta spingendo sulle pareti dell’edificio vulcanico.

Dalla mezzanotte sono state almeno sette le scosse di terremoto (considerando solo quelle di magnitudo uguale o superiore a 2) registrate sull’Etna, tra cui una di magnitudo 3.3 all’01:09 con epicentro a 4 chilometri a nord di Aci Sant’Antonio.

Per lesioni sospette sull’asfalto, è stato chiuso in via del tutto precauzionale il tratto dell’autostrada A18 Catania-Messina. Il blocco si registra fra i caselli di Acireale e Giarre. L’eventuale riapertura sarà decisa dopo sopralluoghi e verifiche su sicurezza e stabilità del tratto autostradale al momento chiuso al traffico.

E proprio a seguito del terremoto, il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, accompagnato da un team di esperti è in viaggio verso la Sicilia per fare il punto della situazione.

Il prefetto Sammartino ha fatto aprire scuole e palestre comunali per accogliere le persone che non possono o non vogliono rientrare nella propria casa, perché inagibile o per paura, e ad assisterli c’è la Croce Rossa.

Per un sopralluogo nelle zone colpite dal terremoto si sono alzati in volo elicotteri della Marina militare, della Guardia costiera, di Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e Vigili del fuoco. Il prefetto di Catania ha disposto per il sistema di sorveglianza e di messa in sicurezza un massiccio dispositivo di intervento con tutti gli uomini a disposizione, in coordinamento con il Dipartimento nazionale della protezione civile e quelli regionale e comunali.

“Sarà garantita la massima assistenza e immediata sistemazione a chi ha visto crollare la propria casa, per tutti gli altri saranno allestiti luoghi sicuri di ritrovo – ha assicurato il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri Vito Crimi – L’Etna rimane sempre un vulcano pericoloso e questo nostro Paese purtroppo è molto fragile”.

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