Il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini per la vicenda della nave Diciotti. Lo si apprende da fonti del Viminale. La procura di Catania lo indaga per sequestro di persona aggravata nei confronti dei 174 migranti della nave Diciotti. Il ministro viene accusato di “aver abusato dei suoi poteri”

La decisione del tribunale dei ministri arriva dopo la richiesta motivata di archiviazione avanzata dalla procura di Catania.

La risposta del ministro dell’interno non si è fatta attendere ed è arrivata poco dopo l’uscita della notizia in diretta Facebook. “Ci riprovano, – ha detto Salvini – torno ad essere indagato per sequestro di persona e di minori, con una pena prevista da 3 a 15 anni. Manco fossi uno spacciatore o uno stupratore. Ora la parola passa al Senato e ai senatori che dovranno dire si o no, libero o innocente, a processo o no. Ma lo dico fin da ora, io non cambio di un centimetro la mia posizione”.

Non sono mancati, durante la diretta, atteggiamenti polemici rivolti ai magistrati catanesi: “Riunione il 7 dicembre e comunicazione il 24 gennaio” ha detto Salvini prima di rivolgere applausi verso la telecamera. “In un’azienda qualunque qualcuno dovrebbe dare delle risposte. I giudici facciano i giudici, i ministri fanno i ministri ed esercitano i loro poteri”, aggiunge Salvini.

“Chiedo agli italiani – continua Salvini – se ritengono che devo continuare a fare il ministro, esercitando diritti e doveri, oppure se devo demandare a questo o a quel tribunale le politiche dell’immigrazione. Le politiche dell’immigrazione le decide il governo, non i privati o le Ong, se ne facciano una ragione. Lo ammetto, lo confesso e lo rivendico, ho bloccato lo sbarco. E mi dichiaro colpevole dei reati nei mesi a venire, perché non cambio. Rispetto il lavoro dei giudici ma serve chiarimento”.

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