Video intervista di Francesco Bianco

“Lasciate che subito rivolga il pensiero mio e della Chiesa di Agrigento alle sorelle e ai fratelli dei paesi dell’Etna che sono stati colpiti dal terremoto”. Ha iniziato così la sua omelia  il Cardinale Montenegro durante il solenne il solenne pontificale della festa di Sant’Agata.

“Sentano il nostro affetto e la nostra solidarietà – ha continuato – e noi agrigentini vogliamo e preghiamo fortemente con voi che la vita di tutti ritorni alla normalità e la serenità prenda il posto dell’amarezza e della paura”.

“Guardiamo Sant’Agata, confrontiamoci con lei che amiamo e veneriamo per comprendere meglio il nostro cammino nella vita cristiana. Il coraggio e la testimonianza di Agata mette, probabilmente, in discussione un certo nostro modo di vivere la fede. Noi spesso pensiamo di essere buoni cristiani perché preghiamo, qualche volta frequentiamo i sacramenti e andiamo in chiesa. Ma non ci viene in mente che per esserlo è necessario anche lottare per una società più giusta, preferire e cercare la trasparenza o interessarci dei poveri e dei migranti, mostrare rispetto e offrire amicizia a chi è disprezzato o essere disponibili verso il parente o il vicino di casa in difficoltà o dare più tempo alla moglie o al marito o ai figli o ai genitori”.

“Ci aiuti Agata e interceda per noi, per questa chiesa di Catania e per la nostra terra di Sicilia perché non manchino donne e uomini coraggiosi”.

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