“E’ una vergogna, è una vergogna”. E’ il grido che risuona in via Etnea dopo la decisione del capovara Claudio Consoli di annullare la salita di via Sangiuliano, staccare il fercolo dal cordone e riportare a spalla Sant’Agata in Cattedrale.

Una questione di sicurezza. Una decisione inevitabile e sofferta, ma fondamentale per evitare che, per colpa di qualcuno, potesse riaccadere quello che è avvenuto qualche anno fa quando una persona ha perso la vita proprio in Via Sangiuliano.

“Troppe teste calde nel cordone, che brutta figura che abbiamo fatto”. Racconta con le lacrime agli occhi un devoto. Sono in tanti quelli che non riescono a trattenere le lacrime, qualcuno ancora con il cordone nelle mani, un cordone che, però, non tira più nulla perchè il fercolo è ormai staccato dal resto della processione.

Surreale e clamoroso quello che è successo: dopo la decisione di staccare il fercolo, il cordone ha proseguito la sua strada per via Sangiuliano, via Crociferi fino a rientrare in Cattedrale totalmente staccato dalla Santa. Incredibile, ma vero. La città che si unisce per la festa, improvvisamente si separa e lascia spazio a tutte le contraddizioni che, evidentemente, nemmeno la festa riesce a far scomparire.

Duro, anzi durissimo il messaggio rivolto ai catanesi dal parroco della Cattedrale, Monsignor Barbaro Scionti.

La decisione di Claudio Consoli, certamente, farà storia a Catania. E’ chiaro che ci saranno ripercussioni e che le forze dell’ordine dovranno fare luce su quanto accaduto. La scena finale di questa festa di Sant’Agata, però, dimostra ancora una volta come Catania non riesca a superare le contraddizione che da sempre rappresentano il male atavico della città. L’immagine della Santa che rientra in spalla e del cordone che prosegue il percorso originale senza tirare nulla,è la dimostrazione che anche nella gestione della Festa persistono delle lotte intestine che con la devozione non hanno nulla a che fare.

Duro anche il commento del sindaco di Catania Salvo Pogliese:”È stata una scelta dolorosa ma doverosa, quella di monsignor Barbaro Scionti e del capovara Claudio Consoli. La sicurezza e il rispetto delle regole non possono conoscere eccezioni. La festa di Sant’Agata è della stragrande maggioranza dei catanesi che con rispetto, fede e devozione la rendono unica al mondo”.

 

 

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