Hanno chiesto l’accesso al processo immediato quattro degli indagati per cui la Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio nell’inchiesta 12 apostoli per presunti abusi sessuali su minorenni consumati in una comunità di ispirazione cattolica. Tra loro il santone Piero Alfio Capuana, 75enne bancario in pensione alla guida della comunità, che avrebbe abusato di ragazzine tra i 13 e i 15 anni, in alcuni casi con la complicità delle madri delle vittime. Hanno chiesto il rito immediato anche le tre donne sue presunte fiancheggiatrici: Katia Concetta Scarpignato, di 59 anni, Fabiola Raciti, di 57, e Rosaria Giuffrida, di 59.

Secondo l’accusa, gli abusi erano presentati come purificazione compiuti da un arcangelo reincarnato, messaggio che veniva fatto passare tra le ragazze dalle tre donne, plagiandole. “Vogliamo subito il processo – spiega uno dei difensori, l’avvocato Mario Brancato – per fare chiarezza e dimostrare la loro innocenza”. Il Gip Simona Ragazzi si è riservata la decisione.

La posizione del santone e delle tre donne è stata stralciata dall’inchiesta e il Gip ha aggiornato, per un difetto in una delle notifiche, al prossimo 13 maggio l’udienza preliminare per gli altri tre indagati. Per loro la Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio per favoreggiamento. Sono: l’ex deputato e assessore regionale, Domenico Mimmo Rotella, marito di Rosaria Giuffrida; un sacerdote, padre Orazio Caputo; e l’ex presidente dell’Associazione Cattolica Cultura ed ambiente di Aci Bonaccorsi, Salvatore Torrisi.

Da intercettazioni della polizia postale di Catania emergerebbe che il sacerdote avrebbe appreso nel segreto della confessione delle indagini avviate su una denuncia per abusi sessuali e avrebbe avvisato dell’attività in corso Torrisi e Rotella. Nell’inchiesta sono confluiti gli incidenti probatori con gli interrogatori delle vittime. La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dal procuratore Carmelo Zuccaro, dall’aggiunto Marisa Scavo e dal sostituto Agata Consoli.

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