Crack, cocaina e hashish. Loro erano degli specialisti della droga a Palermo. Il quartier generale era in via Brigata Aosta all’interno del palazzo di ferro. Ognuno aveva il proprio ruolo, chi faceva il pusher e chi la vedetta. Poi c’erano i capi.

Otto le persone arrestate questa mattina dai carabinieri della compagnia di San Lorenzo durante l’operazione denominata Pellicano. A coordinare le indagini iniziate a gennaio dello scorso anno è stata la procura della Repubblica di Palermo.

A capo del gruppo criminale c’erano Francesco Paolo e Giulio Avvenimenti insieme con Salvatore e Alessandro Tutone. Loro gestivano la piazza di spaccio di crack e a collaborare c’erano anche tre minorenni, uno di diciassette anni e due di quindici.

Gli spacciatori chiedevano ai clienti di rimanere nella zona adiacente al palazzo in modo da poter verificare che non ci fossero controlli delle forze dell’ordine. Successivamente i pusher li invitavano all’interno dell’androne oppure cedevano le dosi direttamente in strada anche nascondendo lo stupefacente in bocca per poi sputarlo al momento della consegna.

Ma dove conservavano la droga? Lo facevano all’interno dei vari contatori Enel all’interno dell’androne del palazzo di ferro ma anche nelle tasche delle biciclette utilizzate dai pusher, nelle buste di plastica e nei bicchieri oppure negli indumenti.

In alcune circostanze è stato documentato il lancio dello stupefacente dal balcone di un’abitazione. Ogni dose di crack costava 10 euro e in diversi casi a guardare le scene erano diversi bambini.

a vario titolo di “spaccio di sostanze stupefacenti, evasione e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale”.

Oltre ai gemelli Avvenimenti e ai cugini Tutone c’era anche Roberto Sammartino di 46 anni che nonostante fosse sottoposto alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, andava a comprare la droga.

Oltre agli otto arrestati, ci sono ventuno persone segnalate alla prefettura in quanto clienti degli spacciatori e sono 694 le cessioni documentate durante l’attività investigativa.

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