Se gelosia, insicurezza o semplicemente curiosità sulla vita social del proprio partner vi portano sempre più spesso  ad accedere sul profilo della dolce metà per sbirciarne il contenuto,  ebbene fate molta attenzione, perché accedere al profilo fb del partner senza la sua specifica autorizzazione è reato.

A dichiararlo è la corte suprema di Palermo che ha condannato un marito entrato nel profilo social della moglie, nonostante questo avesse avuto i  dati di accesso proprio dalla consorte prima che la loro relazione si incrinasse. Il tribunale siciliano ha sentenziato che l’accesso abusivo infrange la legge anche se la password è stata fornita spontaneamente. Ecco quindi un altro mattoncino che si erge a difesa del  diritto alla privacy nella vita di coppia, che si fa sempre più  digitale.

Ma i fatti sono questi: l’uomo sarebbe entrato “abusivamente” nel profilo della moglie per poi fotografare una chat intrattenuta da questa con un altro uomo  concludendo l’accesso abusivo cambiando  la password di accesso al social impedendo l’accessibilità alla consorte. A “tradirlo”, però, sarebbero state le stesse conversazioni rubate , che lui stesso avrebbe  deciso di presentare come prova nel giudizio di separazione.

La corte di Cassazione ha quindi configurato questo atteggiamento come reato di accesso abusivo nella privacy, e rimane tale  indipendentemente dal fatto che le credenziali siano state ottenute lecitamente o meno. E con il verdetto 2905 – ha condannato il marito.

L’imputato, diventato ex coniuge, ha protestato in Cassazione sostenendo che “chiunque potesse accedere” al profilo Fb della moglie “ ribadendo che le credenziali gli erano state comunicate dalla stessa donna “prima del lacerarsi della loro relazione”. Ma per la Cassazione “la circostanza non escluderebbe comunque il carattere abusivo degli accessi“, dichiarando  inammissibile il ricorso alla difesa dell’imputato  che è stato condannato a pagare un ammenda di duemila euro  e le spese legali di difesa della ex consorte, costituitasi parte civile, che ammonterebbero a quasi tremila euro.

 

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