“Desidero ringraziare i miei pescatori, padri e figli, a Saro, Nino e Giorgio che in queste sere hanno continuato la ricerca di Enrico fino al suo ritrovamento, i sub di Sigonella, Antonio, Andrea, Nico, Enry ed i tantissimi che spinti da Spirito di Solidarietà hanno preso a cuore la ricerca del Pesciolino Enrico”.

Il Pesciolino Enrico. Don Francesco Mazzoli destruttura così, con la dolcezza, la morte inaccettabile, la tragedia arrogante, prepotente, che decide di imporsi quando più le fa comodo, a tradimento.

Il parroco della chiesa di Santa Maria La Scala, il borgo marinaro acese dove due domeniche fa il mare ha ingoiato le vite del 22enne Enrico Cordella, della sua fidanzata coetanea Margherita Quattrocchi e dell’amico 27enne Lorenzo D’Agata, ha voluto ringraziare pubblicamente chi si è adoperato per restituire alla sua famiglia il Pesciolino, l’ultimo che mancava all’appello, quello che è stato ritrovato dopo 9 giorni di angoscianti ricerche, mentre Margherita e Lorenzo sono stati individuati il giorno dopo il tragico pomeriggio.

“Infine, ma non per ultimo, il mio grazie va alle Forze dell’Ordine, ai Vigili del Fuoco, alla Guardia Costiera , ai Carabinieri, alla Polizia di Stato, all’ Aeronautica, alla Croce Rossa, ai Vigili Urbani, al Sindaco Alì e all’Assessore Fraschilla per quanto operato in questa difficile,  complessa disgrazia – conclude – Abbraccio le famiglie di Lorenzo, di Margherita e di Enrico. Se domenica 24 si è scritto un Fine, man mano si è inciso nei cuori di questi 3 nostri figli: Tu vivi in me, nel Signore della vita e vita Eterna. AMEN”.

Oggi è il giorno del saluto. Alle 15,30, in una gremita Cattedrale di Acireale si sono svolti i funerali. Le parole di Salvatore Cordella raccontano il dolore per una perdita così assurda.

“Ciao fratellino, so che a volte ti ho fatto arrabbiare perché ti trattavo come un figlio, ma lo facevo perché volevo proteggerti. Purtroppo, queste cose a volte possono essere fraintese perché tu ti sentivi adulto e ti lamentavi dicendomi Non sono tuo figlio e forse avevi ragione, ma spero che tu capisca che io ti vedevo così come un figlio, non come un fratello. Infatti per Lorenzo (il nipote di Enrico, ndr) tu non eri uno zio, ma un fratello. Ora non sei più qui con noi, ma un giorno ci rincontreremo, ne sono sicuro, e giuro che non ti farò arrabbiare più. Ciao piccolo mio”.

 

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