“Ti guardiamo meravigliati mentre dormi immerso in sogni innocenti, piccolo Dino”.

Dino ha 3 mesi. E’ stato salvato a soli 20 giorni dal primo guaito, dopo che la mamma è stata trovata avvelenata a Pedara, comune della provincia etnea, dove si sospetta che un residente abbia deciso di risolvere così il problema del randagismo, uccidendo con del cibo assassino.

La storia del cucciolo rimasto orfano è raccontata da Bianca Biriaco, che gestisce la sezione catanese della Lida, della Lega dei diritti degli animali: i suoi volontari stanno prendendosi cura del cagnolino e aggiornano con post e video sui social le numerose persone che stanno appassionandosi alla sua lotta contro un destino non benevolo.

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Perché Dino, al contrario degli altri 4 fratellini che già sono stati adottati, è alle prese con un danno neurologico. E’ affetto da una rara patologia trasmessa dai bovini, la neospora. E’ una malattia che si manifesta con sintomatologia prevalentemente neuromuscolare, tipicamente nei cuccioli, con morte neonatale, comparsa di sintomi subito dopo la nascita o settimane, mesi dopo (di solito entro i 6 mesi di età), talvolta a seguito di immunodepressione. I danni neurologici possono causare una neuropatia periferica con paralisi ascendente degli arti posteriori e atassia. La progressione della patologia porta ad atrofia muscolare, contratture e possibile iperestensione rigida dell’arto coinvolto.

Dino, però, è forte, fortissimo. E’ già sopravvissuto alle conseguenze più gravi. Ma le zampette posteriori non gli permettono di correre come vorrebbe.

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“Voi anime pure ci stupite sempre per la grinta con cui affrontate la vita ingiusta che vi è toccata, senza mollare neanche per un attimo. Per giunta non vi lamentate mai, voi volete soltanto vivere. Noi, invece, sprofondiamo nello sconforto pensando alle avversità che siete costretti a subire”, si legge nell’ultimo post.

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La missione della Lida, adesso, è trovare una casa a Dino, trovare chi lo ami per quel che è, un dolcissimo esserino stracolmo di voglia di dare e ricevere amore, anzi, Amore, con la maiuscola: “Ce la stiamo mettendo tutta sai, Piccolo Dino? Stiamo cercando di assicurarti un futuro migliore, anche se rimarrai un po’ storto, se camminerai scoordinato e salterai come un coniglio, noi speriamo che li fuori una mamma per te ci sia. Vorremmo per te una di quelle mamme che guarda con gli occhi del cuore, che adotta un cucciolo perché si innamora della sua storia o del suo carattere, e non della sua taglia o colore del mantello”.

 

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