Che si chiami home working, tele-lavoro o  smartworking poco conta , il lavoro domestico, a casa, lontano dalle mura dell’ufficio pare riduca lo stress e non solo, la gestione “casalinga” del tempo renderebbe le ore lavorative più produttive.

L’attività lavorativa, infatti, può condizionare in vario grado la salute dei lavoratori.

Sarà  forse una questione di tempo? Lavorando a casa si potrebbero risparmiare forse i minuti  necessari per ingentilirsi, per curare capelli e abbigliamento. Lavorare in pigiama o in tenuta casalinga indubbiamente sarebbe una proposta molto alettante per molti. O sarà forse lo stress dovuto al viaggio? Dover attraversare la città immersi nel traffico, nelle nuvole di smog con le auto e motorini strombazzanti sarebbe fonte di molto stress. Potrebbe forse essere l’atmosfera dell’ufficio forse troppo formale, troppo fredda a generare una situazione poco confortevole.

Qualsivoglia sia la ragione pare che lavorare da casa incida positivamente sulla salute rispetto alla normale vita da ufficio. A pensarla così sarebbe un campione, di oltre l’84% degli intervistati siciliani, in un sondaggio sul cosiddetto smartworking .

Il lavoro  domestico- laddove applicabile – ridurrebbe lo stress (37%), darebbe il vantaggio di lavorare in un ambiente confortevole e su misura (29%) e permetterebbe di convertire il tempo risparmiato dal viaggio in una migliore gestione anche del proprio benessere (18%).

Il dato emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua sul welfare, istituto che ha indagato sulla percezione dei siciliani del rapporto tra salute e ambiente di lavoro.

Sarebbero svariati i fattori di rischio, che a detta di un abitante della Sicilia su tre
(34%), andrebbero ad intaccare la loro salute. Primo fra tutti i fattori è indubbiamente la postura, la posizione che assumiamo spesso sul posto di lavoro genera indubbiamente dei danni al nostro organismo . Seguono altre variabili quali: lo stress (30%), con tutti i suoi
possibili effetti sul benessere fisico e mentale e la sedentarietà (18%).

Solo il 9%, del campione indagato, si dice preoccupato dalle possibili conseguenze sulla vista di una esposizione continua all’uso dei pc e laptop.

Molto lontano da quello dell’ufficio è  invece l’ambiente della fabbrica, o comunque quello praticato da  chi svolge un’attività più fisica,laddove  il fattore che incide maggiormente sulla salute è il contatto, o l’esposizione, a sostanze chimiche potenzialmente nocive (40%).  Fattore seguito  dall’eventualità di incidenti sul lavoro quali cadute e infortuni (28%) e dai pericoli connessi al sollevamento di pesi e alla movimentazione di carichi (15%).

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