Contraddizioni importanti nell’inchiesta, come il luogo da cui la ragazza dice di avere inviato i messaggi vocali e le richieste di aiuto e inoltre i tre indagati forniscono da subito un’unica versione senza contraddirsi e sono gli unici che mantengono nei loro telefonini tutti i dati senza alcuna cancellazione o alterazione. Un referto medico che non certifica gli abusi, la cancellazione di messaggi su WhatsApp che danno un’altra versione dell’accaduto, la presenza di liquido seminale nel sottoscala della casa della vittima che apparterebbe a uno degli indagati che avrebbe avuto un rapporto sessuale consenziente con lei dopo i fatti denunciati. Inoltre una barista dopo l’aggressione ha visto lei e uno degli indagati nel locale del centro storico dove lavora chiedere informazioni sulla strada per riaccompagnarla a casa ed esisterebbe una precedente denuncia del febbraio 2019 contro un giovane di cui non si trova traccia. Sono altri elementi delle difese esposte davanti al Tribunale del riesame di Catania dai legali dei tre giovani arrestati per violenza sessuale su una 19enne statunitense e sulla base delle quali hanno chiesto l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip.

Sono le linee di difesa, davanti al Tribunale del riesame di Catania, presieduto da Sebastiano Mignemi, dei legali dei tre giovani arrestati per violenza sessuale su una 19enne statunitense e sulla base delle quali chiederanno l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip.

Le anticipa, prima dell’inizio dell’udienza, l’avvocato Giovanni Avila che assiste Agatino Valentino Spampinato con la collega Monica Catalano.

Giovanni Avila

Quest’ultima, con il penalista Luigi Zinno, difende anche Roberto Mirabella. Il terzo indagato, Salvatore Castrogiovanni, è difeso da Maria Luisa Ferrari.

In aula è stato proiettato il video dell’accaduto registrato con un telefonino da uno degli arrestati che per la Procura è una delle principali prove contro i tre. Agli atti del procedimento anche la memoria di 11 pagine dell’avvocato Mirella Viscuso, che rappresenta la 19enne statunitense, in cui, si sostiene, è “dimostrata la violenza subita dalla giovane da parte dei tre indagati, in maniera chiara e inequivocabile”.La Procura di Catania ha richiesto al Gip Simona Ragazzi un incidente probatorio con la deposizione della ragazza, che dovrebbe, nei prossimi mesi, tornare appositamente in Italia. La decisione del Tribunale del riesame di Catania è attesa per i prossimi giorni.

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