Mai silenzio stampa è stato accolto dai giornalisti così bene. Si perchè dopo la vittoria del Catania sulla Reggina nel secondo turno dei playoff, le parole sarebbero state superflue e avrebbero rischiato di rovinare una serata, per certi aspetti, magica.

Il Catania, finalmente, ha mostrato al pubblico del Massimino il suo lato migliore: una squadra con carattere, vogliosa, cattiva al punto giusto. Ma soprattutto una squadra che gioca a calcio e lo fa anche bene. A prescindere dal 4 a 1 rifilato ai reggini: il Catania ha giocato un’ottima partita e, anche per questo, non c’era bisogno di particolari commenti al novantesimo. Bisogna solo rimboccarsi le maniche e pensare già al prossimo turno, perchè la strada che porta alla Serie B è lunghissima.

Se l’obiettivo del ritorno di Andrea Sottil in panchina era questo, allora è evidente che Pietro Lo Monaco l’ha totalmente azzeccato. Per la prima volta in questa stagione abbiamo visto in campo e in panchina una squadra, unita verso l’obiettivo. Significativo, in questo senso, come Francesco Lodi, ieri fuori dall’undici titolare, ha vissuto la gara spingendo e incitando i compagni come fosse un secondo allenatore.

Lo spirito è certamente quello giusto. Insieme a questo particolare determinante, non bisogna dimenticare il gioco, i gol e l’affiatamento del tridente offensivo: Sarno, Di Piazza e Marotta. Un terzetto che potrebbe giocare titolare anche in categorie superiori. Sarno ha aperto le danze con un gol che ha ricordato le serpentine di Diego Maradona o Roberto Baggio ( e il paragone non è azzardato ); Di Piazza e Marotta hanno segnato e giocato per la squadra; Biagianti e Bucolo, a centrocampo, erano praticamente ovunque e Pisseri, in porta, ha preso tutto quello che c’era da prendere. Unico appunto? Una distrazione difensiva che ha permesso alla Reggina di pareggiare il vantaggio di Sarno prima dell’autorete di Gasparetto. Per il resto, tutto perfetto. Avanti così.

 

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