Sul suo profilo Facebook la condivisione di link che, alla luce di quanto emerso, inquietano. E non poco.
L’argomento, che sembrava essere un’ossessione, era il nucleare, le armi nucleare. La guerra nucleare…

E’ un ingegnere informatico di Palermo, Roberto Sparacio di 51 anni, l’uomo arrestato dalla polizia, con l’accusa di aver confezionato una pen drive esplosiva, che, l’8 ottobre scorso ferì gravemente ad una mano l’ispettore superiore della sezione di pg della polizia della Procura di Trapani Gianni Aceto.


Il dispositivo fu recapitato nel settembre 2016 ad un avvocato civilista, Monica Maragno, all’interno di una busta con il falso logo dell’ordine degli avvocati. Il legale, insospettitosi, consegnò la busta all’Ordine professionale che, a sua volta, lo recapitò in Procura. L’ispettore Aceto, rimase ferito quando, su delega del pm, introdusse la pen drive in un pc della sezione di pg per visionarne il contenuto.

L’operazione “Unabomber Pantelleria” ha permesso “di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’uomo” si legge in una nota.

L’arresto di Sparacio è stato eseguito in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip di Trapani. Secondo l’accusa l’ingegnere informatico – che collaborava con un docente della facoltà di ingegneria dell’università di Palermo, pur senza un formale contratto- avrebbe agito nel tentativo di impedire che i creditori aggredissero il patrimonio della sua famiglia, debitrice di ingenti somme di denaro.

La pen drive infatti fu recapitata al legale alla vigilia di un’udienza di una causa civile scaturita dalla denuncia di un gruppo di creditori. Nel corso delle indagini (la polizia si è avvalsa di un agente sotto copertura) è emerso che l’ingegnere avrebbe confezionato un’altra altra pen drive esplosiva, destinata ad una persona che aveva acquistato all’asta un immobile appartenuto alla sua famiglia.

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