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Si riversano all’interno del Comune di Catania. Non vogliono sentire ragioni e una volta raggiunte le scale che conducono al piano dove si trova l’ufficio del sindaco Salvo Pogliese, gli uscieri hanno non poche difficoltà a bloccarli.

Altissima tensione. Interviene anche la Digos, che riprende tutto con le videocamere. I 430 lavoratori della Multiservizi (la partecipata del Comune che si occupa di pulizia e disinfezione, custodia non armata, manutenzione del verde e delle strade, servizi manutentivi e traslochi) protagonisti di un’altra protesta clamorosa, di un’altra prova di forza. Perché sono esasperati dalla costante incertezza.

Sono due gli stipendi arretrati, che per la maggior parte di loro, delle loro famiglie, si traduce in impossibilità a pagare affitti, debiti, oneri assunti con banche e agenzie di credito.

I lavoratori vogliono incontrare Salvo Pogliese, non più Giuseppe Ferraro, il capo di gabinetto che ha già più volte fatto da interfaccia e che non ha mai potuto offrire le garanzie richieste.

Il sindaco, da noi ascoltato, assicura che “Incontrerò i lavoratori della Multiservizi. Non mi sono mai tirato indietro” e che “Nelle prossime ore saranno pagate le fatture di aprile alla Multiservizi che, quindi, potrà pagare gli stipendi”.

Una boccata d’ossigeno. Però, si tratta soltanto di una boccata d’ossigeno. Lo stipendio di maggio resta un’incognita, nessuna traccia della tredicesima.

Il dissesto continua la sua opera corrosiva. Gli animi sono sempre più in subbuglio. L’atrio del Comune è presidiato e da Roma, nonostante l’affermazione del centrodestra, ancora tutto tace.

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