“Te la farò pagare e nostro figlio lo terrò con me” era così che in preda ai fumi dell’alcool minacciava la moglie davanti ad un bambino di appena 2 anni. Poi la picchiava con schiaffi, pugni, calci e addirittura, in un’occasione l’avrebbe colpita con un bastone alle spalle e al braccio causandole lesioni guaribili in 7 giorni e costringendola a trovare rifugio da un’amica. Solo l’inizio di una triste storia di violenza familiare, conclusasi, per il momento con l’arresto di un catanese di 36 anni accusato di maltrattamenti contro familiari e lesioni personali aggravate nei confronti della moglie 31enne. Le indagini hanno portato alla luce azione vessatorie che l’uomo avrebbe commesso ai danni della moglie dal 2018 e avrebbero relegato la donna in una condizione di asservimento psicofisico. La donna, infatti, che come detto aveva trovato rifugio da un’amica, è stata convinta dal presunto pentimento del marito a far rientro nell’abitazione coniugale, con la promessa di un totale cambiamento nell’atteggiamento.
Promesse che, evidentemente, non sono state mantenute, se è vero che dopo pochi giorni le violenze sono riprese. Tornato a casa in stato di ebbrezza, l’uomo utilizzando come pretesto il fatto che la donna non avesse dato da mangiare al figlio, ha cominciato ad apostrofarla con insulti irripetibili, l’ha colpita al volto con degli schiaffi e le ha strappato dalle braccia il bambino per farlo dormire in un’altra stanza. Ma non solo: qualche giorno dopo, ancora ubriaco, l’ha colpita alla testa con un’asta di legno, poi con il manico di un coltello, poi le ha dato un pugno al volto e, infine, ha tentato di stringerle il collo con una sciarpa, costringendola a scappare ancora una volta da casa insieme al piccolo. La donna, totalmente soggiogata e preoccupata di ritorsioni anche nei confronti del figlio, ha più volte ritrattato in sede di denuncia. L’indagine, però, ha comunque permesso di fare luce sulla vicenda e ha messo il giudice nelle condizioni di decidere per la misura restrittiva.