Catania avvilita dalle note. E quel che è più sconcertante è la leggerezza con la quale ormai si agisce, ci si esprime.

La vicenda che vede coinvolto il Comune di Catania ed il Movimento Cinquestelle è sconcertante e dovrebbe fare riflettere.

Perché non è di questo che ha bisogno Catania, non è così che deve essere trattata Catania, non è così che si fa il bene di Catania.
Non organizzando conferenze stampa nelle quali si minaccia Salvo Pogliese di non ricevere alcun aiuto da Roma per le conseguenze del dissesto; minacciando, quindi, un intero popolo, anche quello che ha votato il Movimento Cinquestelle e chi è stato proposto come sindaco nelle scorse amministrative, quel Giovanni Grasso adesso scaricato dopo una controversa telefonata col vicesindaco Roberto Bonaccorsi durante la quale, dicono i Cinquestelle, si utilizza un tono intimidatorio e offensivo nei confronti della capogruppo al Comune dei grillini Lidia Adorno.

“O il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, fa pulizia e chiarezza e chiede al presidente del collegio dei revisori dei conti che si è dimesso di tornare a ricoprire l’incarico oppure non si presenti a Roma, o in qualunque altra parte, perché non gli sarà dato un euro”. Queste le parole del senatore del M5S Mario Giarrusso espresse con inequivocabile aggressività nella conferenza stampa a Catania, il cui video è pubblicato sulla sua pagina di Fb e dal quale abbiamo tratto il suo intervento.

Catania è in ginocchio, soprattutto lo sono le categorie più deboli, più vulnerabili, indifese, vittime di amministrazioni scellerate e di giustizia lenta macchinosa; troppo lenta e troppo macchinosa quando, invece, i colpevoli di un disastro economico criminale che grava su schiere di lavoratori e famiglie dovrebbero essere celermente individuati e puniti.

Già, Catania è in ginocchio e chi dice di volerla tutelare minaccia ritorsioni che avrebbero soltanto l’effetto di colpire coloro che colpe non ne hanno: i cittadini.

Per poi rimangiarsi tutto dopo che l’amministrazione comunale reagisce con una nota. Con una nota, che non è la più bella della reazioni. Ma tant’è. Una nota con la quale non si accetta il ricatto, con la quale si ribadisce la fiducia a Bonaccorsi, con la quale si invita a non fare personalismi sulla pelle dei cittadini.

Per poi rimangiarsi tutto quando scoppiano le polemiche, affermando, con una nota, non più mettendoci faccia e voce, quella che viene definita la verità contro le menzogne, cioè che “Il Movimento 5 Stelle ed il governo non lasceranno MAI sola Catania”; che ” Il Movimento 5 Stelle di Catania, unito e compatto, rimanda al mittente le squallide strumentalizzazioni seguite alla conferenza stampa di sul caso Grasso-Bonaccorsi-Adorno”.

Si agisce così.

A Catania ormai si agisce così.

Mentre, se lo si ritenesse opportuno, bisognerebbe andare prima dalle forze dell’ordine o direttamente in Procura, fare nomi, cognomi, denunciare eppoi magari comunicarlo. Ma dopo, dopo la concretezza dei fatti, quelli che sì sarebbero in favore dei cittadini onesti.

Il resto è soltanto un fastidioso, mortificante, gioco delle parti. L’ennesimo, inutile gioco delle parti.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here