“Ho sempre avuto passione per la natura. Passeggiando con il mio cane, mi sono reso conto che un bellissimo posto come Sferracavallo era mortificato da sporcizia ovunque: plastica, vestiti, vetro, di tutto. Sentivo che madre natura mi sussurrava come se stesse male. Allora un giorno mi sono detto : perché non iniziare questo lungo cammino, intraprendendo questa stupenda iniziativa vitale?”.

Marco Zambito ha 25 anni. E’ nato a Borgonuovo, ma fin da bambino frequenta Sferracavallo, il vicino borgo marinaro del palermitano. Da due mesi ha avviato quella che sente come una missione: combattere l’incuria, fare trionfare il decoro, ripristinare i colori dove ruggine e indifferenza hanno preso il sopravvento nella zona più caratteristica, quella che si affaccia sul mare.

“Ho cominciato ad invitare chiunque la pensasse come me a partecipare, cercando di stimolare le coscienze con foto pubblicate sui social – racconta Marco – e dando anche il nome al progetto: Vivere a Colori. L’ho chiamato così perché lo scopo è rallegrare le giornate, abbellire l’ambiente dove viviamo”.

Un progetto che viene subito condiviso: “Ogni giorno sempre più i ragazzi si fanno avanti per collaborare e altri, insieme con adulti e anziani ci sostengono e ringrazio tutti per rendere realizzabile un sogno”.

“Oltre ad una pulizia totale in punti anche dove i rifiuti non sono mai stati tolti, stiamo sostituendo la ruggine ed i colori sbiaditi con il bellissimo verde, bianco e rosso della bandiera della nostra Italia, perché dovremmo amare tutti la nostra terra”.

E fare rinascere gli oggetti abbandonati sul litorale. “In questo modo si realizzeranno addobbi turistici. Gli pneumatici diventano aiuole, così come le barche abbandonate. Al posto dei rifiuti delle creazioni che possono anche diventare delle attrazioni, uno spunto per foto ricche di colori, di speranza, perché tutti possiamo fare la nostra parte per contrastare le azioni di chi non rispetta quel che lo circonda”.

“Io mi dedico a questo progetto durante il mio tempo libero, così come gli altri che mi danno una mano – conclude Marco – e ci tengo a specificare che no, non prendo il reddito di cittadinanza e non ricevo alcun compenso, perché in molti me lo hanno chiesto quando ho dato vita al progetto. Lavoro nell’azienda di ristorazione della mia famiglia e faccio quel vi sto raccontando perché ritengo il rispetto per l’ambiente di fondamentale importanza. E’ la casa dove vivo ed è mio dovere custodirla”.

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