Minacciano di marciare con la fascia nera al braccio, gli edili guidati dal sindacato Cisl vogliono scendere in strada in segno di protesta. Sono troppi i cantieri siciliani che in questi mesi hanno visto morire giovani lavoratori, ed il loro grido si tinge di appunto di nero,  in segno di lutto.

Sono tanti, troppi, gli operai a perdere la vita quotidianamente e la conta dei morti vanta già numeri  ingenti, sarebbero 17 tra gennaio e aprile di quest’anno i lavoratori che hanno perso la vita per carenze sul fronte della sicurezza e nelle garanzie di legalità.

Così Cisl e Filca siciliane nel giorno del 27esimo anniversario della strage di via D’amelio.  – spiegano, attraverso le parole dei segretari Sebastiano Cappuccio e Paolo D’Anca – che sicurezza e legalità sono due facce della stessa medaglia e il miglior modo per onorare la memoria dei morti per mano mafiosa è dare concretezza, sempre, alla cultura e alla pratica della legalità. A cominciare dai luoghi di lavoro.

Così, scrivono Cisl e Filca siciliane, ci auguriamo che entro questo mese parta il tavolo tecnico Governo regionale-parti sociali sui temi del rilancio delle opere pubbliche e private e della pratica della sicurezza nei cantieri, per il quale l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone ha dichiarato la disponibilità. Ma se alle parole non seguiranno fatti – annunciano i sindacati – a settembre scatterà la mobilitazione con la fascia nera del lutto al braccio. Per dire no alle morti bianche. E alle vittime gratuite del dovere”.

Una situazione che ha del drammatico perché ad oggi sarebbero 268 in Sicilia le opere bloccate o in difficoltà a vario titolo per un valore di 4,7 miliardi. E quanto alle strade provinciali, complessivamente nelle nove province dell’Isola si estendono per 14.717 chilometri di manto stradale che versa in condizioni precarie e di dissesto.

La viabilità va restituita alla sua piena fruizione ma non al prezzo della vita di chi nei cantieri ci lavora, concludono i lavoratori.

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