Se doveste imbattervi in un essere dall’aspetto gelatinoso fermatevi un attimo a riflettere, prima di scatenare un’isterica caccia alla medusa. Perché non si tratta dell’animale marino urticante. Ma l’inesistente diffusione di informazioni ai cittadini che dovrebbe stare a cuore agli organi istituzionali responsabili della tutela dell’ambiente, provoca un massacro di innocui e utilissimi animali compiuto dai bagnanti.

Si tratta della Salpa Maggiore o Maxima, un organismo gelatinoso che si nutre di plancton ed è tipico delle zone tropicali. Non sono, però, invertebrati ma cordati, ovvero lontani parenti di noi vertebrati, dotati come noi di un asse corporeo interno, che nelle salpe degenera allo stadio embrionale. C’è anche una seconda caratteristica che rende le salpe simili a noi: questi cordati sono vivipari, come noi partoriscono un unico figlio molto grande e l’embrione è nutrito dalla madre da una placenta che mette in comunicazione i vasi sanguigni col figlio. Vive nelle acque calde ed è raro nel Mediterraneo, soprattutto lungo le coste italiane. Nelle ultime settimane, però, numerosi esemplari sono stati avvistati in Sicilia.

Le salpe sono facilmente riconoscibili, non sono urticanti e pericolose per l’uomo.

Tutt’altro: sono animali filtratori di particelle vegetali, quindi, preziosissime per la salute del mare.

Ma l’incremento della loro presenza lungo le nostre coste, da un lato dovrebbe farci rallegrare per la loro opera rigenerante, da un altro fa scattare un campanello d’allarme. Perché con le salpe incrementa la fioritura di alghe, che è sintomo di acque pulite o di eutrofizzazione. E non ci sarebbe da stare allegri se si trattasse della seconda causa, quella negativa.

“L’eutrofizzazione – così come si legge sui siti di informazione scientifica – è un processo degenerativo delle acque indotto da eccessivi apporti di sostanze ad effetto fertilizzante (azoto, fosforo ed altre sostanze fitostimolanti) trasportate a mare dai fiumi e dagli insediamenti costieri. Le principali fonti di generazione sono costituite dal settore agro-zootecnico e da quello civile (insediamenti urbani). Il primo contribuisce con circa il 60 % dei carichi di azoto riversati in mare, il secondo con circa il 50 % di fosforo. E´ in sostanza un fenomeno totalmente attribuibile alla pesante presenza dell´uomo sul territorio. Il fenomeno si manifesta con alterazione del colore e della trasparenza delle acque per le alte concentrazione di microalghe (il cosiddetto fitoplancton) in sospensione. Tale processo può avere ricadute sull´ambiente molto negative; nel periodo estivo – autunnale, quando le acque sono calde e calme e si hanno pertanto marcate stratificazioni, si possono generare diffuse e persistenti carenze di ossigeno nelle acque di fondo con stati di sofferenze nelle comunità bentoniche (pesci di fondo, molluschi, crostacei, ecc.)”

Dunque, anche le salpe, che potrebbero essere messaggere di un mare che chiede aiuto, che implora rispetto. E riconoscenza.

 

 

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