E’ un Matteo Salvini abbronzato e visibilmente stanco quello che si è presentato a Palazzo degli Elefanti a Catania, ‘scortato’ politicamente dal sindaco Salvo Pogliese e dall’assessore Fabio Cantarella, responsabile catanese del suo partito. Stanco per il tour de force degli ultimi giorni, ma carico e già, chiaramente in campagna elettorale.
Ad accoglierlo in piazza duomo almeno un centinaio di persone divise in due schieramenti: pro e contro il ministro. I simpatizzanti della Lega espongono uno striscione con la scritta “Catania identitaria”, mentre i contestatori urlano “Traditore”. Fra i due gruppi c’è stato qualche momento di tensione.
L’obiettivo del leader della Lega è quello di portare gli italiani al voto entro la fine del mese di ottobre. Lo dice e lo ridice durante la conferenza stampa a Catania. “L’ennesimo no dei 5 Stelle – ha detto Salvini – è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’Italia del si che ho in mente si fonda sulla produttività, sulle grandi opere, sull’aiuto agli imprenditori che creano lavoro. Dobbiamo abbassare le tasse e portarle, per tanti, al 15%”.
Obiettivo elezioni dunque, anche se a Roma, sostiene il ministro “qualcuno sta facendo telefonate per cercare di salvare la poltrona”. Il riferimento è a Matteo Renzi e alla possibilità, per altro già ‘rinnegata’ dalla governance del Pd, di un governo con i 5 stelle. “Se dovesse arrivare un governo – dice Salvini – sull’asse Renzi-Grillo-Boschi-Fico, prima rido e poi mi levo il cappello se veramente ci riescono”.
Ai contestatori catanesi, poi, Salvini risponde cosi: “Siamo qui per celebrare il fatto che abbiamo salvato Catania dal fallimento. Senza il nostro intervento la spazzatura sarebbe stata per strada e gli autobus sarebbero stati fermi. Invece gli autobus camminano e la spazzatura non è per strada”. Su quest’ultima affermazione, in effetti, ci sarebbe da ridere perchè in realtà in alcune zone di Catania la spazzatura è ancora per strada. Ma questa è un’altra storia.
