“Nemmeno un cenno. Come se non esistessimo, come se fossimo dei fantasmi o qualcosa da evitare perché provoca fastidio. Siamo delusi, non è così che chi riveste importanti cariche istituzionali dovrebbe agire per il bene dei cittadini, dei lavoratori”.

E’ il terzo e ultimo giorno del sit-in degli operatori socio sanitari del Policlinico di Catania e la loro amarezza è palpabile. Si sentono abbandonati, offesi dall’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e da chi per conto suo, se proprio era così oberato da impegni da non potersi spendere almeno con un messaggio, non ha manifestato alcun interesse per l’ansia che ha spinto 250 lavoratori a esprimere il timore che anni di impegno quotidiano nelle strutture ospedaliere vengano vanificati dal concorso per la Sicilia Orientale, quello che sembra volere cancellare, azzerare professionalità già perfettamente integrate, per le quali la stabilizzazione è una chimera e adesso rischiano di perdere quel che hanno acquisito conseguendo titoli e operando.

“Siamo madri e padri di famiglia. Siamo stati qui, col caldo insopportabile che sta soffocando Catania e l’assessore Razza non ci ha degnato, non sa nemmeno perché siamo qui, perché stiamo soffrendo, né altri rappresentanti regionali o locali si sono preoccupati di ascoltarci, di capire cosa sta succedendo. Nemmeno un briciolo di sensibilità. Non è giusto. Ma noi non molliamo. Siamo pronti a tutto pur di difendere la dignità nostra e dei nostri familiari. Non siamo lavoratori e cittadini di Serie B”.

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