Per contestare Salvini si vandalizza Catania.

Le cose stanno così. Così come vi mostriamo. Ecco la galleria della vergogna.

Prese di mira soprattutto alcune fermate della Metropolitana, deturpate dalle scritte a caratteri cubitali con le quali si offende il ministro dell’Interno, l’odiato leader leghista, quello che da alcuni viene considerato il “Primo nemico”.

Una lunga scia di insulti, di volgarità, di ostilità, di manifestazioni di opinioni anche contro il decreto Sicurezza firmato dal moribondo Governo nazionale imbrattano la Circonvallazione e altre zone della capoluogo etneo, dove Salvini, domenica pomeriggio, è stato accolto dal sindaco Salvo Pogliese all’interno del Municipio fra l’infuriare delle contestazioni alimentate dalle polemiche che hanno preceduto la tappa etnea dell’ Estate Italiana Tour del vicepremier.

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Catania ridotta così non soltanto dagli sfregi di alcuni pseudo tifosi rossazzurri, della squadra di calcio che la rappresenta in Serie C, che sporcano la città esprimendo solidarietà ai diffidati o sfogando il livore nei confronti della dirigenza.

Catania disprezzata, umiliata, violata anche da chi afferma di essere dalla parte del giusto, dei buoni, di chi lotta per la verità, per i diritti, per il rispetto della democrazia.

Salvini è andato via. Resta il tafazzismo, l’atteggiamento autolesionistico di una città preda della schizofrenia di chi confonde la libertà di espressione con l’inciviltà.

 

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