Un sottufficiale della guardia di finanza si è tolto la vita lanciandosi da un balcone, tra il quarto e il quinto piano, di un edificio dell’ospedale Policlinico di Catania, dove era ricoverato da alcuni giorni nel reparto di psichiatria.

Vito Calabrese, nato 50 anni fa a Bari, separato, padre di un figlio, si trovava ricoverato dalla scorsa settimana per costanti problemi psichiatrici, per i quali era già stato sospeso dal servizio e messo in aspettativa.

Sul posto è intervenuta la Polizia di Stato ed il personale sanitario che ha provveduto a rimuovere il corpo dal luogo dell’incidente per portarlo all’interno dell’obitorio del Policlinico.

58.  Adesso sono 58 suicidi. Una strage, quella che si continua a tenere nascosta, a non affrontare, a mortificare.

Perché chi indossa la divisa e si toglie la vita in Italia è un cadavere da occultare.

Non importa se quando era in vita fosse un servitore dello Stato, con tutto quel che comporta nel nostro Paese, dove il Parlamento non permette di rendere giustizia con leggi adeguate all’operato delle forze dell’ordine e alle vittime, dirette e indirette, di un reato; dove chi deve fare rispettare la legge non viene rispettato; dove si svanisce nell’oblio se si muore perché non si riesce a sfuggire alle fauci del dolore, alimentato dal sentirsi solo, impotente, in conflitto perché deluso da un lavoro che non corrisponde più a ciò che si amava e si credeva diverso, e si ritrova spaurito così come l’appestato che teme di essere allontanato, ghettizzato, anziché confortato, sorretto, abbracciato.

Lo stigma carica la pistola, fa mettere la testa all’interno del cappio, spinge a gettarsi nel vuoto.

Giovanni Lo Faro si è impiccato a 43 anni nella caserma di via Calatafimi dei carabinieri di Palermo, dove faceva parte del nucleo Radiomobile. 43 anni. Nemmeno la paternità lo ha frenato, nemmeno il visino della sua bimba di appena 17 mesi. Quanto era lacerante il dolore che lo scavava? E quanto è stato fatto per lui, quanto è stato difeso chi è chiamato a difendere?

E per il maresciallo della Marina Militare che ieri, un giorno dopo Giovanni, si è sparato a Ladispoli, nel territorio della Roma dove ha sede il Governo?

E per Vito che oggi ha deciso di dire addio? Era stato sospeso e messo in aspettativa. Praticamente, allontanato, messo da parte, come si fa con quel del quale ci si vuole liberare perché non più utile.

Dal 1 gennaio scorso sono 58 i morti che vengono pianti dai parenti, dagli amici, dai chi li conosceva e stimava, da chi non li conosceva e prova rabbia, ma non dallo Stato. Per loro non ci sono manifestazioni di cordoglio delle Istituzioni, dei vertici, bare carezzate dal Tricolore.

Come se non fossero mai esistiti, inceneriti da quell’imbarazzo che, a volte, risucchia, o, peggio ancora, viene suggerito ai familiari, che non valutano quanto sarebbe importante, fondamentale, invece, fare fronte comune, mettere in luce, pretendendo che non vi siano più vittime degne del pianto e altre a cui voltare le spalle, pretendendo che si agisca affinché non accada più.

Ecco il triste dettaglio pubblicato dall’Osd, l’ Osservatorio Suicidi in Divisa. Nessuna divisa si salva, non è un fenomeno. E’ cruda realtà.

1. 5 gennaio San Vittore Polizia penitenziaria;
2. 10 gennaio Padova Polizia di Stato;
3. 27 gennaio Foggia Polizia ferrovia;
4. 4 febbraio San vittore Polizia penitenziaria;
5. 6 febbraio Campobasso Carabinieri;
6. 5 febbraio Torino caporalmaggiore Esercito;
7. 17 febbraio Sanremo Valle Armenia Polizia penitenziaria;
8. 22 febbraio Cuneo Polizia penitenziaria;
9. 11 marzo Clusone (Bergamo) maresciallo carabinieri;
10. 11 marzo Bergamo Polizia Locale;
11. 20 marzo Miano (NA) Carabiniere;
12. 28 marzo Chieti polizia;
13. 29 marzo Caltanissetta polizia;
14. 4 aprile Firenze polizia;
15. 9 aprile L’Aquila polizia;
16. 27 aprile Catanzaro polizia penitenziaria;
17. 28 aprile Ragusa polizia;
18. 28 aprile Pisa polizia penitenziaria;
19. 1 maggio Vigevano finanziere;
20. 8 maggio Perugia, carabinieri forestale;
21. 13 maggio Desio polizia;
22. 27 maggio Gazzanise militare aeronautica;
23. 5 giugno Chiaromonte (Potenza) carabinieri forestale;
24. 18 giugno Milano polizia locale;
25. 20 giugno Imperia carabinieri;
26. 10 luglio Sardegna polizia penitenziaria;
27. 30 giugno Marliana (Pistoia) carabiniere forestale;
28. 6 luglio Foligno carabinieri;
29. 11 luglio Bologna polizia penitenziaria;
30. 17 luglio Asti carabinieri;
31. 29 giugno Trieste polizia ferroviaria;
32. 11 agosto Follonica Carabinieri;
33. 10 agosto Taranto marina militare;
34. 15 agosto Palermo Polizia;
35. 15 agosto Pinerolo caporalmaggiore degli alpini;
36. 17 agosto Brescia Carabinieri;
37. 20 agosto Cremona Carabinieri;
38. 20 agosto Settimo Torinese polizia locale;
39. 3 settembre Roma Polizia;
40. 5 settembre Foggia Carabinieri;
41. 6 settembre Roma Polizia;
42. 14 luglio Frosinone esercito;
43. 15 settembre Vibo Valentia polizia;
44. 16 settembre Belluno alpini;
45. 17 settembre Cremona Guardia di Finanza;
46. 17 settembre Ancona Vigili del fuoco;
47. 26 settembre Milano Polizia;
48. 26 settembre Cassano d’Adda Carabinieri;
49. 03 ottobre Bologna Guardia di Finanza;
50. 07 ottobre Milano Polizia Locale;
51. 11 ottobre Gaeta Guardia di Finanza;
52. 11 ottobre Piacenza Polizia Penitenziaria;
53. 12 ottobre Orta Nuova (FG) Polizia Penitenziaria;
54. 15 ottobre Pieve di Teco (IM) Carabinieri;
55. 25 ottobre Napoli Polizia locale;
56. 26 ottobre Palermo Carabinieri;
57. 27 ottobre Ladispoli Marina Militare;

58. 28 ottobre Catania Guardia di Finanza

 

Su 58 decessi
– 31 al Nord;
– 11 al Centro;
– 11 al Sud;
– 5 nelle Isole.

Divisi per Corpi di Appartenenza:
– 14 della polizia di stato;
– 16 carabinieri;
– 10 della polizia penitenziaria;
– 5 guardia di finanza;
– 5 polizia locale;
– 7 forze armate;
– 1 vigile del fuoco.

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here