“Il governo nazionale ha ritenuto di non invitare la Regione siciliana e i rappresentanti regionali degli autotrasportatori al tavolo che si svolge, a Roma, sugli aumenti del costo del trasporto marittimo. Abbiamo dunque indetto per oggi alle 17.30, nella sede dell’assessorato alle Infrastrutture a Palermo, una riunione straordinaria della Consulta regionale dell’autotrasporto. Valuteremo, assieme ai rappresentanti della categoria, le iniziative da intraprendere sui pesanti rincari dei biglietti che l’autotrasporto sta subendo, colpo durissimo per uno dei settori più strategici per l’economia siciliana”. L’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone cerca di gettare acqua sul fuoco della protesta degli autotrasportatori e accusa Roma di essere, ancora una volta, sorda, distante, dalle problematiche che riguardano la Sicilia.

Il caro navi, cioè l’aumento del costo per traghettare lo Stretto di Messina, è l’ennesima mazzata su un’economia già duramente colpita dalle imposte e dalle crisi dei mercati.

Stamattina, un gruppo di rappresentanti degli autotrasportatori ha presidiato l’ingresso Darsena del porto di Catania, nella zona del Faro Biscari. Una protesta pacifica, un silenzio più duro della urla, che manifesta la delusione, malessere, abbandono, rabbia che cova. Quella espressa da Francesco Crupi, uno dei fondatori, una delle anime dei Forconi ormai spuntati, dei quali non fa più parte, perché, così come ci ha spiegato, ha fallito la sua missione, non è più credibile, tant’è che l’invito di Mariano Ferro a dare sostegno alla protesta non è stato raccolto.

Ecco perché è nato un nuovo movimento che promette di fare sentire con forza la sua voce, di unire i siciliani per, finalmente, fare rispettare i loro diritti, anche con le barricate, con proteste dure, accese, definitive.

 

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