Sgominati i clan mafiosi dei Batanesi e dei Bontempo Scavo, in quello che è stato definito il più imponente blitz mai messo a segno contro i clan mafiosi messinesi dei Nebrodi, che ha portato all’arresto di 94 persone tra i quali  c’è anche il sindaco di Tortorici Emanuele Sardo Galati, di 39 anni e 194 indagati.

Oltre 600 i militari coinvolti nell’operazione che è stata coordinata dalla Dda di Messina, guidata dal procuratore Maurizio de Lucia. Sequestrate 150 imprese.  In cella sono finiti i vertici delle famiglie mafiose: gregari, estortori e “colonnelli” dei due clan storici accusati di  associazione mafiosa, truffa aggravata, intestazione fittizia di beni, estorsione, traffico di droga. Coinvolti nell’indagine anche imprenditori e professionisti insospettabili come il notaio Antonino Pecoraro, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.  Dalle ricostruzioni è emerso che i clan puntavano sui soldi dell’Ue e  avrebbero intascato indebitamente fondi europei per oltre 5,5 milioni di euro, mettendo a segno centinaia di truffe all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), l’ente che eroga i finanziamenti stanziati dall’Ue ai produttori agricoli.

A fiutare l’affare milionario sono stati i clan storici di Tortorici, paese dei Nebrodi, i Batanesi e i Bontempo Scavo, incassando fiumi di denaro.  La truffa si basava sulla individuazione di terreni “liberi”, segnalati dai dipendenti dei CCA che avevano accesso alle banche dati, imponendo ai proprietari reali di stipulare falsi contratti di affitto con prestanomi dei mafiosi . Veniva  istruita da funzionari complici la pratica per richiedere le somme che poi venivano accreditate al richiedente prestanome dei boss spesso su conti esteri. Il tutto sotto la guardia vigile dei compiacente colletti bianchi, collaboratori dell’A.G.E.A., del notaio, e dei responsabili dei centri C.A.A., che avevano il know-how necessario per procurare l’infiltrazione della criminalità mafiosa.

Personaggi di spicco dell’indagine sono, per i batanesi, Sebastiano Bontempo detto il guappo, Giordano Galati detto Lupin, Sebastiano Bontempo, “il biondino” e Sebastiano Mica Conti. Tutti hanno scontato condanne pesantissime per mafia, Mica Conti anche per omicidio. Dopo aver espiato le pene, sono stati scarcerati e sono tornati al vertice del clan. I vertici della “famiglia” dei Bontempo Scavo coinvolti sono: Aurelio Salvatore Faranda e i fratelli Massimo Giuseppe e Gaetano. Tra gli insospettabili il notaio, Antonino Pecoraro, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, che avrebbe fatto falsi atti per far risultare acquisiti per usucapione una serie di terreni la cui titolarità serviva alle “famiglie” per chiedere i contributi Ue, e i titolari di una serie di Centri Commerciali Agricoli della zona.

L’inchiesta ha ricostruito gli organigrammi delle cosche e rivelato una fitta rete di complicità ribadendo che  la mafia è tornata alla terra, ma non è più la mafia dei pascoli ma un organizzazione imprenditoriale al passo coi tempi che sfrutta le potenzialità offerte Ue.

Gli inquirenti hanno anche accertato che il denaro illecito transitava spesso su conti esteri per, poi, rientrate in Italia, attraverso complesse e vorticose movimentazioni economiche, finalizzate a farne perdere le tracce.

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