Avvocato Seminara, come è la giustizia civile al tempo del Coronavirus?

Bloccata, come (quasi) tutto. Salve le sole cause alimentari, o quelle in cui si tratta della sospensione dell’esecutività di sentenze, tutte le udienze vengono rinviate d’ufficio. Allo stato, i giorni di sospensione sono già 38 (dal 9 marzo al 15 aprile 2020), e speriamo non ve ne siano altri…

Questa è una perdita per la categoria degli avvocati.
Certamente, la nostra categoria (già provata) molto ne soffre. Ma, a monte, soffrono i Clienti titolari di diritti, che vedono significativamente rinviato il momento in cui potranno vederli riconosciuti. Il coronavirus sta aggiungendo ritardi alla già lentissima marcia della macchina della Giustizia.

Vi sono cenni di reazione, nei piani alti dell’Organizzazione della Giustizia?
Qualcosa si muove: il D.L. n. 18 del 17 marzo 2020 prevede che i capi degli Uffici Giudiziari possano per il periodo sino al 30 giugno prevedere lo svolgimento “da remoto”, ossia per via telematica, delle udienze riservate agli avvocati. E proprio dalla Corte di Appello di Catania -referente il Giudice Marcella Murana- sono già partite le indicazioni operative per il nuovo processo. Ecco, questa crisi epocale deve spingerci (come ha scritto Baricco) non solo alla Prudenza, ma anche alla Audacia. Lo svolgimento delle udienze da remoto deve esser la regola, e non l’eccezione. E le udienze devono diminuire, e non moltiplicarsi.
A ragione il Guardasigilli Bonafede da tempo si batte per l’unificazione dei riti, imponendosi per tutti il rito c.d. del Lavoro, proprio per risparmiare udienze e quindi tempi di realizzazione del diritto. Al trauma della pandemia facciamo seguire visioni, progetti ed azioni nuove. Questo è Audacia. Solo così, quantomeno nel campo della Giustizia, potrà un giorno riconoscersi un senso all’accaduto.

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