Quattro sbarchi nel giro di poche ore a Lampedusa. Tra ieri sera e questa mattina sono approdati direttamente sull’isola oltre circa 150 migranti. Dopo gli arrivi di due barconi con 72 e 64 migranti sono infatti arrivati altri dieci profughi su una piccola imbarcazione, mentre una quarta sta entrando in questo momento in porto. I migranti vengono sottoposti a controlli per il Coronavirus nelle tende allestite dalla Protezione Civile sul molo Favaloro, in attesa che venga deciso dove saranno trasferiti. L’hotspot dell’isola è già pieno.

Intanto, Mediterranea Saving Humans esprime “solidarietà alla parrocchia di San Gerlando, a Lampedusa, che ha aperto le porte della Casa della fraternità per dare ospitalità dignitosa a 44 dei migranti e profughi che sono riusciti a salvarsi attraversando il mare e che erano stati lasciati all’aperto sul pontile d’approdo. Il centro di accoglienza dell’isola, infatti, è in sovraffollamento con 116 persone e altre 136, arrivate con gli ultimi sbarchi autonomi sull’isola, hanno passato la notte appena trascorsa all’addiaccio sul molo Favaloro. Per questo ribadiamo la richiesta urgente al Governo italiano di procedere al trasferimento in strutture d’accoglienza sul continente dei migranti”.

“Il Governo italiano e le istituzioni europee – conclude Mediterranea – non lascino da sola Lampedusa: se l’isola viene considerata la Porta d’Europa, tutti devono farsi carico di soluzioni rispettose dei suoi abitanti e dignitose per i migranti. Ci uniamo alle richieste avanzate del sindaco Salvatore Martello e dal parlamentare europeo Pietro Bartolo. Chiediamo con forza che il Governo predisponga immediate soluzioni per poter dare assistenza dignitosa ai naufraghi e ai migranti che approdano in fuga dall’inferno libico, assistenza che sia anche efficace dal punto di vista della prevenzione e del contrasto al contagio. Non si abdichi mai al dovere morale e legale del soccorso in mare, utilizzando come alibi il sovraffollamento a Lampedusa: si possono e devono trovare soluzioni che tengano insieme il rispetto dei diritti umani e l’applicazione dei protocolli di sicurezza sanitaria”.

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