Due gruppi di trafficanti di droga, uno dei quali anche autore di furti in abitazione e in esercizi commerciali con il metodo della spaccata sono stati sgominati dalla guardia di finanza di Catania nell’ambito dell’operazione denominata “Consegna a domicilio”. Undici le custodie cautelari, 10 indagati sono stati trasferiti in carcere e uno posto agli arresti domiciliari.

Gli affari ruotavano intorno ai fratelli Russo, Carmelo e Mario, rispettivamente di 55 e 48 anni, appartenenti al clan dei Cursoti Milanesi. La casa a Misterbianco di Carmelo Russo era divenuta la base logistica per la compravendita all’ingrosso e al dettaglio di cocaina e marijuana oltreché sede di incontri con pregiudicati e sorvegliati speciali. I due avevano contatti con fornitori palermitani e calabresi ed acquirenti: a Messina, Siracusa, Motta Sant’Anastasia, Portopalo di Capopassero.

Le indagini sono state avviate nel gennaio 2016 e sono state supportate da intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno agevolato 5 arresti in flagranza di reato e il sequestro di 4,5 chili di marijuana.

Del loro gruppo facevano parte Filadelfo Innao, di 63 anni, Cirino Giannetto, di 49, detentori della “cassa comune” del gruppo criminale e, quando necessario, anche corrieri; Emanuele Pavone, di 54 anni, che si occupava dell’approvvigionamento della droga e della sua vendita nel messinese; e i calabresi Antonio Bevilacqua, di 46 anni, e Antonio Pelle, di 34, entrambi reggini, che fornivano cocaina.

Il secondo faro investigativo è stato acceso dai finanzieri di Catania sull’associazione a delinquere capeggiata da Vito Danilo Capito, di 31 anni, e da Pio Giuseppe Scardaci, di 34, e completata da Alfio Stancapiano, di 26, e Carmelo Motta, di 35. I primi tre sono stati condotti in carcere, il quarto è stato posto agli arresti ai domiciliari. Secondo l’accusa i quattro sarebbero stati anche “autori seriali di furti” in appartamento dove riuscivano ad entrare rubando le chiavi delle case lasciate incustodite in auto dai proprietari. Tra i furti contestati quello di una Fiat Bravo a Lentini poi usata a mo’ di ariete contro la vetrina di un esercizio commerciale di Siracusa per l’impossessamento di oltre 500 capi di abbigliamento del valore di circa 25 mila euro e due in appartamenti a Belpasso e a Cefalù.

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