Non #andràtuttobene. Non potrà mai andare tutto bene fin quando i cittadini saranno rappresentati da politici del genere. Perché è ingiustificabile e inaccettabile la minaccia di Beppe Sala. Perché quel “Me ne ricorderò” tale è, una minaccia, di un puerile che suona molesto, volgare in bocca ad un adulto, per di più con la fascia tricolore.

Il sindaco di Milano con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook mistifica la realtà, l’evidenza di quel che sta accadendo in Italia e, anche se non le nomina esplicitamente, si scaglia contro la Sardegna e la Sicilia. Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci nei giorni scorsi, riferendosi al permesso di muoversi anche oltre i confini regionali dal 3 giugno, ha dichiarato che “Servirebbe una sorta di patente per i turisti, si tratta di definire il criterio. Ma si tratta di soluzioni parziali, perché il virus continua a essere presente anche in soggetti asintomatici. Credo che bisognerà adottare una soluzione, intanto pensiamo a un turismo autoctono, composto da siciliani che si muovono da un posto all’altro della Sicilia, sono milioni di persone”. Al quale ha fatto ecco il governatore sardo Christian Solinas: “Il passaporto sanitario significa certificare di essere negativi al coronavirus ed è necessario per consentire di affievolire le misure di prevenzione successive all’ingresso in Sardegna. Se dovessimo lasciare le cose come stanno, senza controlli, chiunque si rechi nelle strutture turistiche dovrebbe mantenere mascherine, distanziamento, divieto di assembramento”.

Considerazioni legittime, originate da quel che gli stessi virologi, chi pure con toni allarmistici, continuano quotidianamente ad affermare, cioè che l’allerta deve essere ancora alta, che non bisogna abbassare la guardia, che si deve sottovalutare il rischio di una nuova ondata di contagi, perché il Covid19 ancora non è stato sconfitto e lo dimostrano i focolai ancora attivi proprio nella Lombardia, quella che, secondo Sala, sta “Facendo bene i compiti a casa”, dimenticando le immagini di movida sfrenata, di illegali, secondo quanto disposto dal Governo, assembramenti proprio nella sua Milano.

 

I dati affermano che l’emergenza Coronavirus non è stata omogenea in Italia e che il lockdown totale della nazione è stato provocato da quel che è accaduto proprio in Lombardia, dove, inadeguatezza di chi amministra la regione culla della Lega a parte, ancora non è chiaro perché il virus si sia accanito molto più pesantemente rispetto a regioni anche confinanti. Ma così stanno le cose e, quindi, è ancor più stigmatizzabile l’atteggiamento di Sala, che minaccia ritorsioni nei confronti delle regioni che hanno retto maggiormente l’onda d’urto della pandemia e che non vogliono vanificare quanto preservato, pur non avendo mai manifestato ostilità nei confronti di altri connazionali, ma auspicato ovvie garanzie, visto che i numerosi, grotteschi scivoloni del Governo che continuano a susseguirsi suggeriscono di chiedere disposizioni in grado di tutelare la salute di tutti i cittadini in movimento sul territorio nazionale, che sia per un weekend o una lunga vacanza.

Un rigurgito di odioso noi contro loro, di Nord contro Sud, di guai a chi si permette di esprimere un parere che ci infastidisca, di nauseante puzza sotto il naso che nonostante le morti, la sofferenza di pazienti e personale sanitario, la devastazione del tessuto economico, la mortificazione della quotidianità di bambini, anziani, interi nuclei familiari, causati dalla quarantena imposta ad un intera nazione, Sala non è riuscito a trattenere, facendo cadere la maschera di unità nazionale messa su a fatica, la stessa subito dismessa da numerosi milanesi che hanno manifestato apprezzamento proprio per quel che “Me ne ricorderò”, condito da livore nei confronti di siciliani, sardi, meridionali in genere.

No, con sindaci, con rappresentanti del popolo così non potrà mai andare tutto bene.

Qualsiasi cosa accada.

Il nemico più pericoloso dell’Italia non è mai giunto dall’esterno dei suoi confini.

 

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