La Procura regionale della Corte dei conti ha chiesto alla sezione giurisdizionale siciliana la misura interdittiva legale per anni 10 e la sanzione di 1,2 milioni di euro per l’ex sindaco di Catania, Enzo Bianco, la sua giunta in carica tra il 2013 e il 2018 e l’allora collegio dei revisori di conti “per avere contribuito al verificarsi del dissesto finanziario” dell’Ente. L’udienza è stata fissata per il prossimo 23 luglio a Palermo. Dall’attività istruttoria è “emerso, non solo l’omissione delle iniziative necessarie a fronteggiare le gravi irregolarità contabili e la rilevante crisi finanziaria in cui versava il Comune di Catania, ma anche una perdurante ‘mala gestio’ nonché la palese e cosciente violazione dei principi di veridicità, attendibilità e universalità del bilancio, tutte cause che hanno determinato un ulteriore e progressivo aggravamento della situazione finanziaria dell’Ente”.

La sanzione pecuniaria prevista ammonta a circa un milione e duecentomila euro, in favore del Comune di Catania. Oltre all’ex primo cittadino ed alla sua giunta sono chiamati a rispondere anche il Collegio dei revisori in carica nel quinquennio antecedente la dichiarazione di dissesto. Perché sarebbe emerso dall’istruttoria un grave scostamento del loro operato dalle norme e dai principi contabili vigenti, nonché dai delicati compiti funzionali assegnati dalla legge all’organo di controllo.

“Avremo modo di fornire alla Magistratura contabile puntualmente e rapidamente ogni elemento utile a dimostrare la piena correttezza dei comportamenti della mia Giunta. Ricordo che il Comune di Catania aveva dichiarato il predissesto nel 2012 sotto l’amministrazione Stancanelli per indebitamenti della precedente amministrazione”.

Così ha commentato l’ex sindaco di Catania, Enzo Bianco, sulla richiesta avanzata dalla Procura regionale contabile nei suoi confronti, della sua giunta in carica tra il 2013 e il 2018 e l’allora collegio dei revisori di conti. “Ricordo che per cinque anni – aggiunge Bianco – abbiamo, con grandi sacrifici della comunità, evitato il dissesto, che sarebbe stato pagato dai creditori del Comune. Ricordo che , a parità di criteri contabili, il deficit del Comune non è cresciuto. Anzi. E sono false le affermazioni di segno diverso. Forniremo alla Corte prestissimo ogni utile elemento. La stessa Corte ci ha dato atto della efficacia delle azioni che abbiamo avviato in campo -per esempio- di spese del personale, di costi degli organi politici, di fitti passivi. C’è in me amarezza – conclude Enzo Bianco – ma la piena consapevolezza dell’aver operato correttamente. Come sempre è stato riconosciuto nella mia lunga ed appassionata attività per la mia città ed il mio Paese”.

 

 

 

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