“La decisione della Rinascente di avviare le procedure di chiusura dell’attuale punto vendita di via Roma a Palermo rappresenta il più forte grido di dolore per il settore del commercio palermitano che vive una crisi senza precedenti”.

Lo dice Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo. “Palermo non può permettersi di perdere un così autorevole baluardo, da dieci anni polo d’attrazione per il commercio della zona e punto di riferimento per tutta l’area di via Roma che, anno dopo anno, – aggiunge – sta subendo un processo involutivo causato anche dalla impossibilità, prevista dai regolamenti comunali, di aprire nuovi punti commerciali di dimensioni superiori a 200 metri quadrati: norma che peraltro Confcommercio Palermo chiede da anni di modificare”.

“Al di là della sentita solidarietà verso i dipendenti che rischiano il posto di lavoro, se andrà via la Rinascente ci saranno contraccolpi importanti anche per le altre aziende commerciali che ancora resistono in quella via: si rischierà a cascata un’ulteriore perdita di molti posti di lavoro di altre attività commerciali e sarà impossibile sperare di rivitalizzare e riqualificare un asse commerciale ormai in fase avanzata di desertificazione”, osserva.

Sono centocinquanta i lavoratori, divisi a metà tra diretto e indotto, che rischiano il posto di lavoro per la chiusura comunicata dall’azienda ai sindacati e prevista per il 31 ottobre.

Oggi i dipendenti hanno manifestato in via Roma, davanti allo stabile di 5 piani – 4.500 metri quadri, con attico adibito a ristorante – ricevendo il sostegno dei clienti.

La decisione arriva dopo il mancato accordo tra Rinascente e Fabrica immobiliare (la società che gestisce l’edificio di proprietà dell’ente previdenziale Inarcassa) sulla rimodulazione del canone d’affitto che attualmente è di 2,4 milioni annui, come spiegano i lavoratori. Rinascente ha proposto di abbassarlo a 1,3 milioni; Fabrica ha rilanciato chiedendo di portarlo a 1,6 milioni, ma a condizione di ottenere anche la licenza di esercizio, svincolata dal mantenimento dei posti di lavoro, dice una delle dipendenti, Luisa La Colla, architetto ed ex consigliere comunale di Palermo. Una richiesta – aggiunge – che cozza con le attuali normative.

I lavoratori, angosciati dalla prospettiva della chiusura (“come farò a trovareun posto a Palermo in questo settore? Ho tre figli, il mutuo”, dice Mario Caruso, 53 anni), in un momento di crisi come questo, si associano alla richiesta del sindaco Leoluca Orlando e del senatore di Iv Davide Faraone, di un incontro urgente con il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli

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