Continua il pressing della Farnesina, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio oggi ha sentito le famiglie dell’equipaggio dei pescherecci sequestrati in Libia, il sindaco di Mazara del Vallo e gli armatori, ai quali ha assicurato il massimo impegno del governo per una risoluzione positiva della vicenda. Di Maio ha comunicato ai familiari che sarà convocato un vertice di governo sulla questione, perché “l’azione deve essere corale”, ha spiegato il titolare della Farnesina.

Ieri Di Maio ha sentito prima il suo omologo emiratino ed oggi sentirà il ministro russo Lavrov. Sia gli Emirati che Mosca sono due attori molto influenti nei confronti di Bengasi.

“Ministro, la ringrazio per la sua presenza e disponibilità, apprezziamo molto lo sforzo che sta compiendo la Farnesina per il rilascio dei pescherecci” sequestrati in Libia. Lo ha detto, a quanto si apprende, il sindaco di Mazara del Vallo al ministro Luigi Di Maio durante il collegamento di stamattina in video conferenza.

Si ricorda, infine, che la Farnesina da anni sconsiglia le marinerie italiane di pescare nelle acque dove si è verificato il sequestro dei pescherecci. Sul sito viaggiaresicuri.it, infatti, si legge: “La Libia ha unilateralmente dichiarato, a partire dal 2005, la sussistenza di diritti esclusivi di pesca su un’area di mare estesa fino a 74 miglia dalla propria costa e dalla linea che chiude idealmente il golfo della Sirte. Sebbene tale atto si ponga in contrasto con le norme pattizie (UNCLOS del 1982, di cui la Libia non è parte) e consuetudinarie internazionali che regolano il diritto del mare, e non sia mai stato riconosciuto da Paesi terzi, le autorità libiche applicano in maniera rigida misure sanzionatorie nei confronti delle imbarcazioni straniere intente a pescare in detta area di mare. L’applicazione di tali misure si concretizza, frequentemente, nell’intercettazione, sequestro e detenzione dei pescherecci stranieri e dei loro equipaggi da parte delle autorità libiche e delle milizie locali. Sono state parimenti applicate consistenti sanzioni pecuniarie, oltre a provvedimenti di confisca delle attrezzature di pesca e dell’eventuale pescato. Nel 2017 la Libia ha inoltre dichiarato la propria area SAR (Search and Rescue) di ricerca e salvataggio dei migranti, adottando un’interpretazione rigida della SAR e dissuadendo l’intervento altrui in quell’area”. Qui il link: http://www.viaggiaresicuri.it/country/LBY

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