393 presenze e quindici reti tra Serie A, B e C, (di cui 284 e 12 reti con il Catania) ed un cammino lungo ben 15 anni: dall’esordio con il Chieti, nel 2004/2005 fino a quel Ternana – Catania dello scorso 5 luglio, che sancì l’uscita di scena degli etnei dai play off e che, a posteriori, coinciderà con il suo ultimo caps da giocatore.

Marco Biagianti lascia il calcio e le speranze di riabbracciare il Calcio Catania e quella maglia rossazzurra numero 27 divenuta ormai un’icona per tutta la tifoseria. L’ormai ex capitano ha ufficializzato la sua decisione in una conferenza stampa tenutasi stamane all’Hotel Baia Verde di Acicastello, durante la quale la grinta tipica del mediano, marchio di fabbrica del giocatore, ha ceduto tal vota il passo alla commozione del commiato, non solo dal club ma dal gioco stesso.

L’addio è reso ancor più amaro dalle modalità con le quali, stando a quanto riferito dall’ex mediano toscano, la sua figura è stata allontanata dal Catania e dalla nuova squadra in costruzione con tante promesse non mantenute: “Non voglio fare polemiche. Voglio dire le cose come stanno. Sono stato in silenzio ad aspettare. Con Pellegrino mi sono sentito da mesi, già quando ancora SIGI si stava componendo. Ci siamo visti più volte, anche dopo il Covid. Lui ha sempre manifestato la voglia di avermi e di farmi giocare ancora. Capisco che le liste sono state un problema, ma è anche vero che ogni volta che ci siamo visti mi ha sempre chiesto cosa volessi fare. Mi ha sempre dato l’ok, anche quando le liste erano attive. Sono andato a Torre del Grifo con Guerini, ed ho ribadito ancora la stessa cosa. Ho chiesto chiarezza, vista la composizione delle liste per la Serie C. Ho chiesto verità per poter fare poi la mia strada. Mi aveva detto “aspettiamo qualche cessione” ed io ho ribadito che avrei aspettato il Catania. Quando hanno preso altri centrocampisti, l’ho chiamato ed ho chiesto cosa stessi aspettando. A quel punto mi sono arrabbiato. Lui mi ha detto che non ero una priorità. Questo la sera. La mattina dopo ha firmato Izco. Non ho nulla con Mariano, non c’entra nulla, gli voglio bene e l’ho anche chiamato dopo la firma. E’ stato come se aspettasse questo mio passo per procedere. Quando ho sentito la frase “Va salvata la storia del Catania e non quelle personali”, ho capito che era il momento giusto per parlare alla città”. E’ subentrata una nuova società e non era scontato o automatico che fossi incluso nel progetto. I ragazzi che sono stati provati e poi esclusi sono state tutte scelte tecniche. Chi c’era è stato provato perché aveva un contratto. Non mi sarei presentato da Pellegrino se non fossi stato all’altezza. Ci sta la scelta tecnica, non ci sta la non sincerità. Parlai con loro a ritiro iniziato. Fosse stata una scelta tecnica perché non dirmelo subito? E’ anche normale che si possa preferire un altro giocatore. Non è andata così. Ho chiesto chiarezza e sincerità. Pellegrino mi ha cercato per mesi e gli ho dato anche consigli. Mi è stato detto di voler fare parte del progetto. Lui mi ha rassicurato dicendo che si trattava solo di tempo”.

Sui motivi della scelta da parte della società Biagianti spiega: “Difficile capire i motivi veri. La società nuova che entra non deve per forza confermarmi. Ma se si parla e si fanno promesse e non si da seguito capisco che c’è qualcosa che non va. Ho sempre aiutato tutti, giocatori e società per il bene del Catania. Ho anche detto a Pellegrino che lo avrei aiutato. Gli ho chiesto di farmi andare a Torre del Grifo per aiutare nelle prime settimane”.

A Biagianti era stato promesso un ruolo da tecnico nel settore giovanile:“Anche la cosa dell’allenatore è “un in più”. Mi ha chiesto se avessi voluto farlo. Attualmente non posso , devo fare tirocinio ed esami. Non posso fare l’allenatore dei ragazzi. Posso solo giocare”.

Sulla SIGI ed il suo operato Biagianti non ha dubbi: “Non è semplice dare un parere, essendo all’esterno. Dobbiamo ringraziare SIGI per il salvataggio della matricola ed essere sempre grati a loro. Ora inizia un percorso difficile, con tanti ostacoli. Stanno facendo un buon lavoro, ma hanno bisogno di persone che li aiutino dall’interno per andare avanti in maniera concreta”.

Biagianti, poi, rivolge un pensiero ai suoi ex compagni di squadra: “Mi sono sentito spesso siamo con tanti di loro. Tutte queste dimostrazioni d’affetto fatte sui social non sono state “montate”. E’ una cosa che hanno fatto loro. Una sera, nel gruppo, ho mandato un messaggio dicendo che mi mancavano e loro hanno deciso di fare questa cosa. Ho legato con tutti, mi sono sempre messo a disposizione. Chiaramente si crea un legame di amicizia. Li ringrazio per quello che hanno provato a fare, anche se hanno trovato un muro davanti. Forse questo ha dato fastidio. Lo scorso campionato si è creato un gruppo nella difficoltà che difficilmente si crea in una stagione normale. Secondo me quel gruppo andava protetto. Abbiamo fatto i play off tra mille difficoltà. Andava salvato, dovevamo ripartire da quel gruppo. Li ringrazio anche per non aver preso la 27, mi hanno dato una piccola speranza”.

L’ormai ex giocatore ha poi rivelato di aver avuto manifestazioni d’interesse da altri club, puntualmente respinte: “Mi ha fatto piacere l’interesse di altre squadre. Ho avuto anche qualche offerta importante a livello economico. Se arriva un’altra proposta sarà un “No”. Anche perché prima divenire qui, oggi, ci ho pensato tanto. Sono coerente, mi hanno chiamato tante squadre, ma volevo concludere la carriera qui. Avrei fatto altri sacrifici solo per il Catania”.

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