Arrestato un ulteriore presunto responsabile nella vicenda del cadavere trovato murato in una parete di una villa a Senago nel gennaio del 2019, poi identificato come quello di un albanese di 41 anni.

I carabinieri dei nuclei investigativi di Monza e Caltanissetta, al termine di una complessa attività investigativa, hanno eseguito a Riesi un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Monza a carico di Salvatore Tambè, di 45 anni.

Per gli investigatori sembrerebbe che a commissionare l’omicidio fosse stata una donna di 64 anni, commerciante di gioielli derubata e lasciata dalla vittima, con cui aveva intrattenuto una relazione sentimentale.

Oltre alla donna, all’epoca, erano stati fermati altri tre uomini, tutti italiani, con l’accusa di aver ucciso la vittima, murandola in un pozzo artesiano di una villa privata. Gli arrestati erano tutti risultati legati alla criminalità organizzata: la donna era stata fermata vicino all’aeroporto di Genova. La svolta nelle indagini è arrivata grazie alle dichiarazioni di un pentito nell’ambito di un’indagine della Dda di Caltanissetta: senza il suo contributo probabilmente non sarebbe mai stato individuato il pozzo artesiano né trovati i resti della vittima.

L’uomo era già agli arresti domiciliari con l’imputazione contestata di aver fatto parte dell’associazione mafiosa “Cosa Nostra della famiglia di Riesi”.

Adesso viene ritenuto responsabile dell’omicidio volontario commesso a Muggiò  nel 2013 del cittadino albanese Astrit Lamaj, scomparso nel gennaio 2013 e rinvenuto il 15 gennaio 2019, appunto, murato in un appartamento in ristrutturazione a Senago.

 

 

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