Si è iniziata davanti al Gip Pietro Currò, nell’aula bunker del carcere di Bicocca, l’udienza preliminare per l’inchiesta sul buco di bilancio al Comune di Catania, che è in dissesto finanziario. Sono 30 le persone per cui la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio.

Tra loro l’ex sindaco Enzo Bianco, la sua giunta in carica tra il 2013 e il 2018 e l’allora collegio dei revisori di conti. Il Giudice per le indagini preliminari ha ammesso come parti civili il Comune di Catania, la Cgil e l’Ugl e rigettato la richiesta dell’associazione di consumatori Arco.

La Procura contesta il falso ideologico per avere, tra l’altro, “falsamente attestato la veridicità delle previsioni di entrata” anche se “consapevoli della loro sovrastima” e per avere “dolosamente omesso l’iscrizione nell’atto contabile di somme sufficienti a finanziare gli ingenti debiti fuori bilancio”.

Per lo stesso caso la sezione giurisdizionale della Corte dei conti della Sicilia ha condannato Enzo Bianco al risarcimento del Comune per 48 mila euro e disposto l’interdittiva legale per anni 10. Con l’ex sindaco sono stati condannati la sua giunta in carica tra il 2013 e il 2018 e l’allora collegio dei revisori di conti “per avere contribuito al verificarsi del dissesto finanziario” dell’Ente.

Gli assessori hanno avuto condanne da 51 mila fino a 14 mila euro. Per i revisori dei conti l’interdittiva stata disposta per cinque anni. E’ pendente il ricorso. Entrambe le inchieste si basano su indagini del nucleo di Polizia economica finanziaria della guardia di finanza di Catania. L’inchiesta penale è coordinata dal procuratore aggiunto Agata Santonocito e dai sostituti Fabio Regolo e Fabio Saponara.

Quattro persone hanno chiesto al Gip di essere sentiti, o di potere fare spontanee dichiarazioni. Sono Pietro Belfiore, Clara Leonardi, Massimo Rosso e Maurizio Trainiti. Alcuni dei legali hanno sollevato eccezione sulla “genericità delle imputazioni”, sottolineando che non sono indicati specificatamente nel dettaglio quali siano i debiti fuori bilancio contestati. L’accusa, presente in aula con il Pm Fabio Saponara, ha replicato sostenendo che è tutto chiaro. Il Gip Currò si è riservato di decidere sulle questioni sollevate e ha aggiornato l’udienza al prossimo 27 ottobre.

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