“Sto adottando un disegno di legge che prevede, assieme alle misure restrittive già concepite e praticate, la possibilità di adottare misure estensive là dove il governo consente di farlo, come nella normativa di dettaglio. Noi rivendichiamo il diritto di poter dire, signor presidente del Consiglio, noi riteniamo di spostare l’orario di chiusura di bar e ristoranti dalle 18 alle 22 o alle 23. Quando il governo centrale dirà che bisognerà chiudere per 24 ore, noi allora non fiateremo”.

Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci. “Stiamo adottando il ddl in giunta nelle prossime ore – spiega – poi sarà il Parlamento siciliano a dovere approvare o respingere. E mi auguro che il governo centrale terrà conto della nostra prerogativa”.

Il testo richiama l’art.17 dello Statuto speciale della Regione. Dopo l’approvazione in Giunta, il ddl sarà trasmesso all’Assemblea siciliana, che lo esaminerà grazie alla corsia preferenziale assicurata dal presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè.

“Lo scontro con lo Stato non è mancato in alcune occasioni, ma è stato determinato da una carente e preventiva occasione di confronto e qualche volta dalla carenza di galateo istituzionale, penso all’ultimo provvedimento del governo Conte, presentato a noi qualche ora prima ma il testo era già scritto: avevamo avanzato proposte ma non sono state raccolte, tutto questo non aiuta a lavorare con uno spirito unitario”, spiega Musumeci.

Che aggiunge: “Nell’ultimo decreto del governo Conte ci sono contraddizioni palesi evidenti. C’è chi tra noi governatori sostiene che si arriverà prima o poi alla chiusura definitiva, in attesa che si arrivi alla primavera. Ma perché anticipare la chiusura visto che le condizioni epidemiologiche consentirebbero al tessuto economico a lavorare, e non importa se per una o due settimane? Chiudere i ristoranti alle 18 significa dire condannare alla chiusura preventiva, perché se a Milano chi va cena alle 19 viene fatto sedere, in Sicilia gli fanno il Tso, il Trattamento sanitario obbligatorio – aggiunge Musumeci – da noi ci si siede a tavola alle 21 e alle 22. In alcuni locali si può cenare anche a mezzanotte, per questo siamo stati critici nei confronti del governo nazionale”.

Ma secondo Franco Virga, titolare di quattro ristoranti a Palermo, quella di Musumeci non è la mossa giusta: “Non sono d’accordo. Sono del parere che bisognerebbe adottare, in questi giorni, un lockdown generale e non aprire completamente per fare abbassare la curva epidemiologica dei contagi da Covid-19. Bisogna fare sacrifici adesso per potere affrontare il mese di dicembre con maggiore serenità. Aprire e stare con le sale vuote non ha senso. Ci sono molti clienti che per ora preferiscono, per prudenza, rimanere in casa. E inoltre in quel caso perderemmo i fondi di ristoro previsti dal governo nazionale”.

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