Aveva solo otto anni e maritava di continuare a vivere e giocare come i suoi coetanei. Sono trascorsi sei lunghi anni dal feroce delitto, del 29 novembre 2014, che ha portato via il piccolo Loris Stival strangolato, dalla madre Veronica Panarello, con delle fascette di plastica nella loro casa di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa. Il cadavere di Loris venne poi occultato dalla donna in un canalone e ritrovato a distanza di giorni, solo dopo lo studio, degli inquirenti, del tragitto percorso dalla danna in auto.

Per il delitto, Veronica Panarello è stata condannata a 30 anni di reclusione, con sentenza passata in giudicato.

Alla vigilia dell’anniversario della morte, Andrea Stival e il fratellino del piccolo Loris, tramite un messaggio diffuso dal loro legale l’avvocato Daniele Scrofani, condividono il loro doloroso ricodo: “Ciao Loris, da quel 29 novembre i tuoi occhi e il tuo amore ci sono stati portati via, ma il tuo sorriso non si è spento e illumina le stelle che brillano di notte. Sono certo che da lassù tu ci guardi e continui a volerci bene, sento che puoi toccare il mio cuore ed abbracciare i miei pensieri”.

“Oggi, che non sei più fisicamente tra noi – aggiungono il padre e il fratellino di Loris – occupi in ogni istante la nostra mente e il nostro cuore, gli unici posti dove rimarrai per sempre. Ma un giorno dietro le nuvole del cielo troveremo i tuoi baci e i tuoi abbracci e potremo sorridere e gioire insieme. Oggi ancor di più tra una lacrima e un sorriso il nostro pensiero vola verso te! Ti vogliamo bene”

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