Al mio arrivo ho trovato un dipartimento distaccato dal territorio ed un volontariato disorientato e segnato da molte criticità”.

Così Salvo Cocina, dirigente della Protezione Civile Siciliana, comincia il proprio bilancio sui primi sei mesi alla guida della struttura governativa regionale. Il dirigente, tornato al timone nel giugno 2020, era stato già alla guida della struttura tra il 2005 ed il 2009 e ricorda le grandi emergenze fronteggiate durante il suo mandato, mentre il presente si focalizza necessariamente su una “riorganizzazione dell’ente, a partire dai quadri amministrativi, “riportandoli sul territorio e riprogrammando tutte le procedure operative”, spiega Cocina.

Un percorso intrapreso in piena collaborazione con la Regione Siciliana con il presidente Musumeci che, spiega il dirigente, ha la ferma intenzione di potenziare la Protezione Civile ed il volontariato.

A proposito di volontariato Cocina risponde agli attacchi di chi lo accusa di stare stressando il volontariato ed il personale della protezione civile:

Ritengo che sia oggi necessario spingere sull’acceleratore e chiedere un impegno concreto ed efficace per verificare chi è in grado di risponde e chi no. Chi deve essere aiutato, chi valorizzato e chi invece non merita di fare parte del sistema di protezione civile siciliano”, prosegue Cocina che poi ricorda come, oltre all’emergenza Covid il dipartimento dovrà affrontare le altre emergenze “classiche” e stagionali e conclude: “Insegnamo ai ragazzi che la protezione civile è una scuola di vita, fatta di altruismo, solidarietà.Dovere mio è dare l’esempio, dare le regole, farle rispettare e dare a tutti i mezzi per poter essere sempre efficienti ed efficaci, essendo ‘presente’ prima degli altri”.

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