I militari della compagnia carabinieri di Caltanissetta, supportati dall’Arma territoriale di Catania, Canicattì e Mussomeli, dal personale dello squadrone eliportato Cacciatori di Sicilia, dalle unità cinofile di Palermo Villagrazia e di Nicolosi, nonché da una squadra del 12° Reggimento Sicilia, stanno eseguendo una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone accusate di di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

L’indagine ha consentito di disarticolare una presunta organizzazione che secondo le indagini gestiva lo spaccio di stupefacenti nel capoluogo nisseno, nel vicino comune di San Cataldo e a Catania. Le attività hanno avuto inizio a gennaio 2019, a seguito delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, affiliato al clan Cappello di Catania, che ha parlato di rilevanti forniture di sostanze stupefacenti provenienti da Catania ed immesse sulla piazza di Caltanissetta.

In particolare le indagini si sono concentrate sulla figura di Giuseppe Fiume, e del genero Mario Ragusa, entrambi pregiudicati per reati specifici. Il sodalizio, composto prevalentemente da familiari di Giuseppe Fiume, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, si era specializzato nello spaccio di cocaina.

Si rifornivano di cocaina a Canicattì e Catania per poi rivenderla a Caltanissetta. Ne acquistavano circa 100-200 grammi a settimana che poi tagliavano per rivenderla a 100 euro al grammo, incassando il doppio del costo della droga. L’organizzazione messa in piedi da Giuseppe Fiume, 51 anni, è stata sgominata dai carabinieri di Caltanissetta con undici arresti dell’operazione ‘River’, che sono partiti dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia del clan Cappello di Catania. Quest’ultimo aveva parlato della vendita di droga a ‘Giuseppe’ che faceva il custode alla villa comunale. Alla sua identità sono arrivati i carabinieri: Giuseppe Fiume, che, secondo l’accusa. aveva organizzato un’attività di spaccio di tipo familiare, insieme al fratello Alessandro, al figlio Eros e al genero Mario Ragusa.

La droga, come spiegato in conferenza stampa dal comandante provinciale, il colonnello Baldassare Daidone, e dal maggiore Salvatore Vilona, viaggiava anche all’interno dei pannolini dei figli di Mario Ragusa e Giuseppe Fiume. Questi ultimi poi operavano in maniera diversa. Il primo, infatti, spacciava direttamente nella sua abitazione di via Redentore dove quotidianamente si recavano decine di persone, tra studenti, artigiani, commercianti e professionisti. Il secondo, invece, consegnava la droga all’interno della sua Alfa Romeo 147 in giro per Caltanissetta e San Cataldo. Gli arresti sono stati eseguiti in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Caltanissetta su richiesta della locale Procura Distrettuale.

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