Decimo evento parossistico sull’Etna dal 16 febbraio scorso. E’ ‘irrequieta’ l’Etna, con un carico notevole di energia interna da ‘scaricare’ all’esterno. Così, a circa sei ore dal precedente nella notte scorsa, fa registrare il decimo evento parossistico in 16 giorni con fontane di lava, alte circa 300 metri, che dalle 9 circa fuoriescono dal cratere di Sud-Est, accompagnata dall’emissione di un’alta nube di cenere lavica.

Il fenomeno, evidenzia l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio Etneo (Ingv-Oe) di Catania, è stato preceduto da un’attività di’ spattering’ dalla ‘bocca’ posta alla base del cratere di Sud-Est, che continua ad alimentare una colata che si riversa nella Valle del Bove. Persiste un’attività esplosiva alla ‘Voragine’ con emissione di cenere e un degassamento sostenuto al cratere di Nord-Est L’attività dell’Etna non ha impattato sull’operatività dell’aeroporto internazionale di Catania.

Nella notte l’Etna era tornata a dare spettacolo, annunciandolo con un aumento del tremore a partire dalla dall’1.30 circa e dando vita, mezz’ora dopo, dal cratere di Sud-Est, ad un’attività stromboliana accompagnata da emissione di cenere. Lo stesso fenomeno, ma di minore intensità, è stato osservato dalla ‘Voragine’ dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio Etneo (Ingv-Oe) di Catania.

L’attività stromboliana del Sud-Est alle 3.20 circa si era trasformata in una fontana di lava, accompagnata da un trabocco lavico e da un ulteriore graduale aumento dell’ampiezza del tremore vulcanico, la cui sorgente è stata localizzata dall’Ingv-Oe di Catania in corrispondenza dello stesso cratere a quasi 3.000 metri. L’attività è rallentata dopo una ventina di minuti, subendo un ulteriore calo dopo le 4.15, facendo anche registrare una riduzione dell’attività infrasonica, sia nel tasso di accadimento che nell’ampiezza dei segnali.

Un’ora dopo anche l’attività stromboliana al cratere di Sud-Est si è notevolmente ridotta, mentre è rimasto attivo il trabocco lavico che si dirige verso la desertica Valle del Bove. L’attività dell’Etna non ha impattato sull’operatività dell’aeroporto internazionale di Catania.

 

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