Il ritardo nel deposito delle sentenze procura un danno al ricorrente e produce un grave disservizio.

E’ il principio fissato dalla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Sicilia che ha condannato un consigliere del Consiglio di giustizia amministrativa, in Sicilia organo di appello del Tar.

Il consigliere dovrà pagare 315.364 euro: il 70 per cento della retribuzione percepita nel periodo contestato.

Il caso viene segnalato nella relazione per l’apertura dell’anno giudiziario del procuratore regionale Gianluca Albo.

Il nome del giudice condannato non viene indicato ma viene descritta la sua colpa: quella di un “pluriennale, grave e sistematico ritardo nel deposito delle sentenze”.

La decisione, osserva Albo, prende in considerazione la “ripercussione delle singole fasi processuali sulla qualità e sul peso del disservizio”.

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