Il secondo tempo della casa: quando restare dentro diventa la nuova uscita. Sapete quante persone preferiscono “uscire a casa propria”?
Sono passati ormai più di 5 anni da quando qualcosa ci lasciò scioccati. Restate a casa, fuori è pericoloso, c’è il Covid, potreste morire. Quell’esperienza drammatica ci ha condizionati in modi che a volte neanche consideriamo, ma che hanno cambiato irrimediabilmente la nostra vita.
Uno dei lasciti più forti della tragedia Covid è un qualcosa che forse non è poi così negativo: il restare in casa, che all’epoca ci sembrò una privazione dei nostri spazi vitali al di fuori delle quattro mura, in alcuni casi è diventato un lifestyle che in tanti hanno adottato e si tengono stretto. “Uscire” in casa propria ormai è un’abitudine che molti coltivano, pur senza restare necessariamente soli.
Succede soprattutto agli over 35: prima c’era questa esigenza spasmodica di uscire nel weekend, strade e locali intasati, file chilometriche fuori a qualsiasi locale servisse del cibo o una goccia d’alcool. Ora, certo, le code ci sono ugualmente, ma la gente in strada sembra essere molta meno. Il motivo è che in tanti preferiscono organizzare il proprio sabato al calduccio di casa propria.
Tavoli apparecchiati come al ristorante, film proiettati sul muro e brindisi improvvisati. Non è più un piano B, ma una scelta consapevole. Perché a volte la serata migliore è proprio quella di chi resta dentro.
Se in estate la passeggiata la fai più volentieri, con l’accorciarsi delle giornate e l’abbassarsi delle temperature questo trend diventa ancora più forte. Se fuori fa freddo e piove, un piccolo appartamento può diventare un locale improvvisato in cui invitare qualche amico e passare una bella serata.
E così, mentre qualcuno taglia verdure in cucina, c’è chi sistema il tavolo come fosse una mise en place da ristorante e chi accende un proiettore contro la parete bianca del soggiorno. Non è una serata di rinuncia, ma la scelta consapevole di vivere la città restando a casa.
I motivi sono tanti: i costi crescenti della movida, la voglia di comfort ma anche il piacere di personalizzare gli spazi hanno trasformato la casa in un nuovo posto in cui passare la propria serata, e pure con grande soddisfazione.
La cena tra amici diventa occasione per sperimentare ricette e apparecchiature degne di Instagram, il salotto si trasforma in sala cinema grazie a proiettori portatili e soundbar compatte, mentre i terrazzi diventano lounge estive con luci calde e sedute improvvisate. Non serve molto: qualche piatto scenografico, una bottiglia particolare, la giusta playlist.
C’è chi organizza micro-degustazioni di vini o birre artigianali, chi allestisce un angolo rum con bicchieri a tulipano e ghiaccio trasparente, chi ancora alterna cucina tradizionale e finger food.
Non si tratta di isolamento. Al contrario, la casa diventa luogo di socialità diversa, più intima e selettiva. Gli inviti sono mirati, i gruppi più piccoli, le conversazioni meno distratte dal rumore dei locali. È un ritorno alla convivialità autentica, quella in cui si ascolta davvero chi si ha accanto.
Alla fine, non è una moda passeggera ma un cambio di prospettiva. Le città continuano a correre, ma dentro le case si sperimenta un ritmo diverso, più personale. Perché a volte il posto più sorprendente per uscire è restare dentro.
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