Chiedeva il pizzo anche ai figli di un imprenditore ucciso dalla mafia, già segnati per sempre dall’avere assistito alla morte del padre.

Salvatore Campo, secondo il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catania, non aveva alcuno scrupolo.

Adesso è agli arresti domiciliari nella sua Aci Castello, la frazione marinara di Catania dove si trova la sede dell’Associazione siciliana antiestorsione (Asia), nata nel 2008 per sostenere le vittime del pizzo e dell’usura.

Paradossale. Odioso. Un crimine particolarmente odioso, quello per cui è indagato Campo, accusato di estorsione continuata, di falso ideologico e peculato. 

Ecco il video registrato dalle videocamere installate dai finanzieri durante l’operazione My Racket durata un anno e avviata dagli esposti alla Procura etnea di altre associazioni, mentre intasca la somma estorta ad una delle tre vittime accertate, ma sono più di dieci i casi in corso di accertamento.

play-sharp-fill

Campo faceva firmare delle scritture private non registrate agli associati per camuffare come contributi volontari le estorsioni. Oscillavano tra il 3 e 5% le somme pretese da quanto lo Stato versava alle vittime che si affidavano alla sua associazione e che Campo poi riusciva ad assoggettare, facendo temere loro che senza il suo sostegno mai avrebbero ottenuto il risarcimento per quanto subito precedentemente.

I tre casi accertati nel dettaglio. 

Al gestore di una libreria vittima di estorsione e usura Campo ha chiesto il 3% della somma che avrebbe ottenuto per legge, facendogli temere che, senza il suo intervento, sarebbe stato avvilito dalle lungaggini burocratiche.

Dai familiari della vittima di mafia si è fatto consegnare una busta con 1.500 euro in contanti dopo averli minacciati di interrompere l’assistenza per fare ottenere loro i benefici di legge spettanti.

Ha costretto un cittadino straniero titolare di un bar a dargli 3.000 euro in contanti, perché in caso contrario non avrebbe più fatto seguire il disbrigo delle pratiche necessarie per ottenere il saldo di un risarcimento.

E ancora. Campo ha consigliato a una delle vittime di farsi attestare da un medico compiacente una falsa patologia per ottenere dallo Stato maggiori contributi. Insomma, una bolgia del pizzo camuffata da oasi dell’antiracket.

Ecco la trascrizione delle intercettazioni telefoniche e ambientali.

Campo, inoltre, ha utilizzato il conto corrente intestato all’associazione, nel quale confluiscono i contributi riconosciuti dalla Regione Siciliana e quelli volontari che dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per le attività a sostegno delle vittime di estorsione e usura, per fini personali. Gli accertamenti bancari hanno emergere un’appropriazione indebita di fondi associativi di oltre 70.000 euro, 37.000 versati dalle casse regionali. 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here